domenica 29 settembre 2019

"UNA DISCUSSIONE : CHI DI LORO FOSSE IL PIU' GRANDE" Lc 9, 46-50




 


3 commenti:

  1. Signore, quanto hai fatto ricadere su di noi,
    l’hai fatto con retto giudizio, poiché noi abbiamo peccato,
    non abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti.
    Ma ora, salvaci con i tuoi prodigi; da’ gloria al tuo nome, Signore,
    fa’ con noi secondo la tua clemenza,
    secondo la tua grande misericordia. (Dn 3,31.29.43.42)

    O Dio, che riveli la tua onnipotenza
    soprattutto con la misericordia e il perdono,
    continua a effondere su di noi la tua grazia,
    perché, affrettandoci verso i beni da te promessi,
    diventiamo partecipi della felicità eterna.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!
    Dal libro di Giobbe
    Gb 1,6-22

    Un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro. Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo». Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male». Satana rispose al Signore: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra. Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!». Il Signore disse a Satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui». Satana si ritirò dalla presenza del Signore.
    Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del fratello maggiore, un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi. I Sabèi hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
    Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
    Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldèi hanno formato tre bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
    Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, quand'ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato soltanto io per raccontartelo».
    Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò e disse:
    «Nudo uscii dal grembo di mia madre,
    e nudo vi ritornerò.
    Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
    sia benedetto il nome del Signore!».
    In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 16 (17)
    R. Tendi a me l'orecchio, ascolta le mie parole.
    Oppure:
    R. Ascolta, Signore, sii attento al mio grido.
    Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
    sii attento al mio grido.
    Porgi l'orecchio alla mia preghiera:
    sulle mie labbra non c'è inganno. R.

    Dal tuo volto venga per me il giudizio,
    i tuoi occhi vedano la giustizia.
    Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
    provami al fuoco: non troverai malizia. R.

    Io t'invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
    tendi a me l'orecchio, ascolta le mie parole,
    mostrami i prodigi della tua misericordia,
    tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra. R.


    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Il Figlio dell’uomo è venuto per servire
    e dare la propria vita in riscatto per molti. (Mc 10,45)

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  2. Alleluia.

    Vangelo
    Chi è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 9,46-50

    In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
    Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
    Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

    Parola del Signore.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Questa è la regola di Gesù e la regola del Vangelo: la regola del servizio, non del dominare, di fare del male, di umiliare gli altri. Servizio! Una volta, quando gli apostoli litigavano fra loro, discutevano “chi è più importante fra di noi”, Gesù prese un bambino e disse: “Il bambino. Se il vostro cuore non è un cuore di bambino, non sarete miei discepoli”. Cuore di bambino, semplice, umile ma servitore. E lì aggiunge una cosa interessante che possiamo collegare con questo gesto di oggi. Dice: “State attenti: i capi delle Nazioni dominano., ma tra voi non deve essere così. Il più grande deve servire il più piccolo. Chi si sente il più grande, deve essere servitore”. Anche tutti noi dobbiamo essere servitori. È vero che nella vita ci sono dei problemi: litighiamo tra noi … ma questo deve essere una cosa che passa, una cosa passeggera, perché nel cuore nostro ci dev’essere sempre questo amore di servire l’altro, di essere al servizio dell’altro. (Omelia Messa del Giovedi Santo, 18 aprile 2019 Casa Circondariale di Velletri)

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  3. FAUSTI - Dio è Amore, quindi umile.. L'umiltà è via alla Sua conoscenza, la superbia ne sbarra l'accesso.
    Impedisce di conoscerlo proprio perché ha la sua origine nell'ignoranza di Dio.
    Dio è Amore per l'uomo ; chi Lo ignora deve trovare in sé la propria salvezza.
    Per questo il superbo non conosce Dio, e, mentre cerca di salvarsi, si perde e Lo conosce sempre meno.
    In questo brano Gesù spiega la vera gerarchia all'interno della comunità dei discepoli : il più grande è il più piccolo. Perché il più piccolo fra tutti è Lui.
    Chi accoglie il più piccolo accoglie Lui e accoglie Dio stesso che tale si è fatto per accogliere tutti.
    I discepoli fanno consistere la grandezza nel più che induce a ingrandire il proprio io a spese altrui E' un più di troppo.
    Per Gesù “grande”, senza alcun più di concorrenza o invidia,è Colui che più di tutti si è rimpicciolito per far posto all'altro.
    Per questo la Parola fondamentale è “accogliere”.
    Accogliere è caratteristica di Dio, Amore che accoglie tutti.
    Per questo si è fatto più piccolo di tutti!
    La minorità o umiltà, caratteristica dell'Amore più grande.è criterio di realizzazione dell'uomo secondo l'immagine di Dio.
    La minorità è poi principio di fraternità,una minorità universale diventa fraternità universale, comunione con il Padre, tutto in tutti.
    La smania di grandezza, frutto di egoismo e di paura, è l'ostacolo alla Parola,è lo spirito sordo e muto, che impedisce la fede. Questo è il motivo dell'impotenza dei discepoli nella lotta contro il male.
    Non potranno mai vincerlo fino a quando marceranno sotto il suo striscione.
    Si narra nella vita di S. Antonio il grande che una volta vide tutto il mondo pieno di lacci e tutte le persone del mondo irretite in essi e trascinate dai diavoli nell'abisso. Allora, gemendo, disse “Chi scamperà da tanti e tali lacci'” E udì la risposta :”l'umile”.
    Ciò che vale per il singolo discepolo – rinnegare il proprio io e rimpicciolirsi per accogliere il più piccolo - vale anche per la Chiesa, come tale.Essa deve rinnegare il proprio “noi” e farsi piccola,per essere al servizio del Suo Signore.
    Il peccato originale si manifesta a livello personale nell'io che si pone al posto di Dio; e , a livello comunitario, nel “noi” che si pone al posto del Signore, cercando la propria grandezza e il proprio potere.Oltre il peccato di superbia personale, c'è quello collettivo, molto più grave.L'orgoglio collettivo infatti suppone l'umiltà del singolo.
    Per questo è così sottile da restare invisibile a chi non ha occhi puliti.
    Questo brano esclude il “noi” come fondamento della Chiesa.
    “Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo”.(1 Cor 3,11). Gesù è l'alfa e l'omega, il principio e il fine! La Comunità non può mai identificarsi con Gesù, anche se Gesù si identifica con essa.
    Il Signore trascende sempre la Sua chiesa e si identifica sempre con il piccolo e l'escluso, in modo da tenerla sempre aperta e in tensione per abbracciare così tutti gli uomini che sono Suoi fratelli. Gesù ci ha già preceduto sino agli estremi confini della terra e lì ci attende, per unirsi a noi.
    Solo allora sarà finito il cammino stesso della chiesa, perché avrà realizzato il disegno di Dio; ; sarà la Sposa perfetta, che si unisce al Suo Signore e Dio sarà tutto in tutti.
    Per questo ogni riflessione sulla Chiesa deve sempre partire da Chi è Gesù .
    Ogni ecclesiologia si misura sulla Cristologia!
    La Parola del Signore, come la chiama, così la richiama, come la forma, così la riforma, come la fonda, così la rifonda, in un moto di apertura e di conversione continua.

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48