venerdì 6 settembre 2019

"SIGNORE, SE VUOI PUOI PURIFICARMI" Lc 5, 12-16


2 commenti:



  1. Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
    1Gv 5,5-13

    Carissimi, chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi.

    Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio. Chi crede nel Figlio di Dio, ha questa testimonianza in sé. Chi non crede a Dio, fa di lui un bugiardo, perché non crede alla testimonianza che Dio ha dato riguardo al proprio Figlio. E la testimonianza è questa: Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio, ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.

    Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.
    Vangelo del Giorno

    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 5,12-16

    Un giorno, mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».

    Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro».

    Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.
    Parole del Santo Padre

    La misericordia di Dio supera ogni barriera e la mano di Gesù tocca il lebbroso. Egli non si pone a distanza di sicurezza e non agisce per delega, ma si espone direttamente al contagio del nostro male; e così proprio il nostro male diventa il luogo del contatto: Lui, Gesù, prende da noi la nostra umanità malata e noi prendiamo da Lui la sua umanità sana e risanante. Questo avviene ogni volta che riceviamo con fede un Sacramento: il Signore Gesù ci ‘tocca’ e ci dona la sua grazia. In questo caso pensiamo specialmente al Sacramento della Riconciliazione, che ci guarisce dalla lebbra del peccato. (Angelus 15 febbraio 2015)

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  2. FAUSTI – Pietro si era dichiarato “uomo peccatore”. Gesù, invece di allontanarsi da lui,lo chiama a vita nuova. Infatti “non sono i sani che han bisogno del medico, ma i malati; io non son venuto a chiamare i giusti , ma i peccatori a convertirsi”. Ora Gesù non è più solo. Ha chiamato altri con sé, perchè ascoltino la Sua Parola di misericordia. Così diventeranno “figli dell'Altissimo” come Lui, l'ascoltatore perfetto del Padre che va ascoltato.
    L'uomo che si presenta a Gesù è pieno di impurità e di morte. E' esattamente il contrario di Lui, che uscì dal Giordano “pieno di Spirito Santo”, cioè della vita di Dio.
    La lebbra è il vestito di colui che nel battesimo verrà rivestito di Cristo.
    La lebbra fa di lui un morto civile e religioso, che la legge esclude dalla società e dal culto..
    L'unica legge che il lebbroso è tenuto ad osservare è quella di escludersi dal consorzio umano e da ogni legge. Pietro, quando cerca di allontanare Gesù, è proprio perchè davanti a lui scopre la lebbra del proprio peccato.
    Il lebbroso vede Gesù come Gesù, che significa “Il Signore salva”. Per questo s prostra e Lo supplica. Ciò che ci abilita a vedere il Salvatore e il Signore non è la nostra giustizia o santità, non la legge osservata, ma la nostra lebbra e il nostro male, che la legge non fa che evidenziare.
    Non ci accostiamo a Dio perchè giusti e mondi, ma perchè ingiusti e immondi, bisognosi di giustizia e di santità. Ogni uomo, immagine di Dio, è bisogno essenziale di Lui.
    La sua miseria è supplica oggettiva a Colui che è misericordia.. Il lebbroso può incontrare Gesù perché per primo Lui gli è venuto incontro, gli si è fatto talmente vicino da prendere su di sé la sua lebbra.
    Gesù stende la mano verso di lui. E' il segno dell'intervento salvifico di Dio ,Gesù tocca l'intoccabile , sfonda barriere e leggi, e raggiunge l'uomo nella sua debolezza.
    Gesù con questo tocco si identifica con noi e si carica della nostra lebbra. Noi, che non possiamo toccare Dio dall'alto della nostra giustizia, veniamo toccati da Lui nell'abisso del nostro male, nel quale è venuto a visitarci. Se il figlio cade nel pozzo, il padre scende per estrarlo.
    Gesù andrà nei deserti e finirà fuori delle mura, (Eb 13,12) , come il lebbroso.
    “Voglio, sii mondato!” Gesù dichiara al lebbroso la Sua volontà di salvarlo. E' la stessa di Dio in cielo, che Lui esige sulla terra, perchè tutti siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. Gesù impone al salvato il silenzio e l'invia ai sacerdoti, tutori della legge, perchè constatino, secondo la legge, che ciò che la legge non può fare,è avvenuto : mondare l'uomo dalla morte.
    Così tutti siamo messi sull'avviso di una presenza sconvolgente : c'è uno più grande di Mosè e della legge stessa.
    D'ora in poi il sacerdote non sarà più il custode della legge, che distingue tra puro e impuro. Nascerà il popolo sacerdotale, di persone purificate, che in Gesù hanno libero accesso a Dio.
    La Parola si diffonde da quella città tutt'intorno, giunge fino agli uditori più lontani, che sono i lettori del Vangelo, che siamo noi, ora!... Tutti invitati ad accorrere a Lui per la forza centrifuga di quella Parola che si diffonde.
    L'ascolto della Parola , il racconto del vangelo, è la potenza stessa di Gesù che guarisce chi accorre a Lui con la coscienza e la fede del lebbroso.

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48