martedì 17 settembre 2019

"RIFERITE A GIOVANNI QUANTO VEDESTE E UDISTE..." Lc 7, 18-23



 


 

3 commenti:

  1. Prima Lettura
    Stillate, cieli, dall'alto.
    Dal libro del profeta Isaia
    Is 45,6b-8.18.21b-25

    «Io sono il Signore, non ce n’è altri.
    Io formo la luce e creo le tenebre,
    faccio il bene e provoco la sciagura;
    io, il Signore, compio tutto questo.
    Stillate, cieli, dall’alto
    e le nubi facciano piovere la giustizia;
    si apra la terra e produca la salvezza
    e germogli insieme la giustizia.
    Io, il Signore, ho creato tutto questo».
    Poiché così dice il Signore,
    che ha creato i cieli,
    egli, il Dio che ha plasmato
    e fatto la terra e l’ha resa stabile,
    non l’ha creata vuota,
    ma l’ha plasmata perché fosse abitata:
    «Io sono il Signore, non ce n’è altri.
    Non sono forse io, il Signore?
    Fuori di me non c’è altro dio;
    un dio giusto e salvatore
    non c’è all’infuori di me.
    Volgetevi a me e sarete salvi,
    voi tutti confini della terra,
    perché io sono Dio, non ce n’è altri.
    Lo giuro su me stesso,
    dalla mia bocca esce la giustizia,
    una parola che non torna indietro:
    davanti a me si piegherà ogni ginocchio,
    per me giurerà ogni lingua».
    Si dirà: «Solo nel Signore
    si trovano giustizia e potenza!».
    Verso di lui verranno, coperti di vergogna,
    quanti ardevano d’ira contro di lui.
    Dal Signore otterrà giustizia e gloria
    tutta la stirpe d’Israele.

    Parola di Dio


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 84 (85)
    R. Stillate cieli dall'alto e le nubi facciano piovere il giusto
    Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
    egli annuncia la pace.
    Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
    perché la sua gloria abiti la nostra terra. R.

    Amore e verità s’incontreranno,
    giustizia e pace si baceranno.
    Verità germoglierà dalla terra
    e giustizia si affaccerà dal cielo. R.

    Certo, il Signore donerà il suo bene
    e la nostra terra darà il suo frutto;
    giustizia camminerà davanti a lui:
    i suoi passi tracceranno il cammino. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Alza la tua voce con forza,
    tu che annunci liete notizie;
    ecco, il Signore Dio viene con potenza. (Cfr. Is 40,9-10)

    Alleluia

    Vangelo
    Riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 7,19-23

    In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
    Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».
    In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

    Parola del Signore

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    “La Chiesa esiste per proclamare, per essere voce di una Parola, del suo sposo, che è la Parola. E la Chiesa esiste per proclamare questa Parola fino al martirio. Martirio precisamente nelle mani dei superbi, dei più superbi della Terra. Giovanni poteva farsi importante, poteva dire qualcosa di sé. ‘Ma io penso": mai; soltanto questo: indicava, si sentiva voce, non Parola. Il segreto di Giovanni. Perché Giovanni è santo e non ha peccato? Perché mai, mai ha preso una verità come propria. Chiediamo la grazia di imitare Giovanni, senza idee proprie, senza un Vangelo preso come proprietà, soltanto una Chiesa voce che indica la Parola, e questo fino al martirio. Così sia!”. (Santa Marta, 24 giugno 2013)

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Il Battista attendeva con ansia il Messia e nella sua predicazione lo aveva descritto a tinte forti, come un giudice che finalmente avrebbe instaurato il regno di Dio e purificato il suo popolo, premiando i buoni e castigando i cattivi. Ora che Gesù ha iniziato la sua missione pubblica con uno stile diverso; Giovanni soffre. Non capisce questo stile di Gesù e vuole sapere se è proprio Lui il Messia, oppure se si deve aspettare un altro.
    Egli risponde di essere lo strumento concreto della misericordia del Padre, che a tutti va incontro portando la consolazione e la salvezza e in questo modo manifesta il giudizio di Dio. Dio non ha mandato il suo Figlio nel mondo per punire i peccatori né per annientare i malvagi. A loro è invece rivolto l’invito alla conversione affinché, vedendo i segni della bontà divina, possano ritrovare la strada del ritorno. (Udienza generale, 7 settembre 2016)

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  3. FAUSTI – Con la Sua Parola Gesù ha proclamato il Regno di misericordia e con la Sua azione l'ha realizzato ; ora, su sollecitazione del Battista, può rivelarsi come Colui che viene.
    Nel brano si affrontano due problemi di storia della salvezza : l'uno riguardo al passato, l'altro riguardo al presente.
    1)Se il Messianismo povero e umile di Gesù risponde alla promessa di Dio, che ne è delle grandi attese d' Israele?
    2)Come può Gesù essere il Messia, il Salvatore, se la storia dopo di Lui continua ancora né più né meno come prima?
    Luca unifica i due problemi, perché hanno una radice comune, quella dell'attesa dell'uomo che è diversa dalla promessa di Dio ; e risponde , mostrando come la storia di Gesù che “cura e fa grazia” ai disgraziati è la realizzazione della promessa.
    L'attesa di Israele e di ogni uomo va focalizzata e corretta su di Lui che lascia continuare la storia come storia concreta di salvezza, luogo costante di male e di bene, di peccato e di grazia, di miseria e di misericordia.
    Il nocciolo della questione, sempre attuale, è il tipo di messianismo di Gesù, che contraddice il delirio di potenza e di gloria dell'uomo , il Suo messianismo povero e umile, come fece problema ad Israele, fa problema anche all'uomo d'oggi. Siamo chiamati alla sequela di Gesù, povero e umile, che non ha liquidato la storia, ma l'ha vissuta da parte di Colui che , non facendo il male, se ne fa carico e lo arresta nella propria Croce , Unica Via alla Resurrezione.
    Israele, come noi, attendeva un messia che prendesse in mano il potere ed eliminasse ogni male.
    Ma che Lui elimini il male...lasciandolo, anzi, portandolo su di Sé, prendendosene cura e facendone il luogo di salvezza , questo risulta problematico a tutti. La speranza è che con il Messia si risolvano le nostre angustie cessi questa storia di pianto e inizi la danza della vittoria. Subito!
    Il Battista attendeva un Messia più forte, giudice tremendo, che spazzasse l'aia del mondo per dare inizio magico a un mondo nuovo.
    Noi stessi attendiamo un mondo redento, in cui il travaglio della storia si plachi in un'escatologia beata.
    Gesù invece è sì il Messia, ma viene in estrema debolezza e senza potere, vittima di ogni male.
    E, proprio così, portandolo, lo vince! E' Salvatore, ma vuole bene a cattivi e buoni e la Sua misericordia Lo inserisce nella nostra miseria, senza liquidare il malvagio.
    Il Messianismo di Gesù è il Suo attuale farsi carico del male del mondo, in un impegno che Lo contamina di ogni impurità.
    Il Suo Messianismo continua nella storia della Chiesa che si apre al mondo.
    Il male stesso è il luogo della realizzazione della salvezza, mediante la Misericordia.
    A partire da Gesù e dal Suo stile, si comprende in modo nuovo e profondo l'Antico Testamento,
    Dio e la Sua promessa.
    Questa nuova comprensione fa individuare in Gesù l'atteso.
    E' importante determinare l'attesa. L'uomo infatti diventa ciò che attende.
    Ora il cristiano non attende più nulla di diverso e guarda con occhio smagato e tenero la realtà, sa che in essa, proprio nella sua miseria, si realizza la Verità di Dio che è Misericordia.
    Partecipa della compassione di Dio per il male di un mondo senza Dio (Bonhoeffer).

    Ci visita un Dio che si fa vicino al lontano, giustifica l'empio e vivifica il morto.
    La salvezza è accogliere questa Buona Notizia, di cui i fatti sono la prova.

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48