martedì 24 settembre 2019

"CONVOCATI I DODICI, DIEDE LORO POTENZA ..." Lc 9, 1-6





3 commenti:

  1. Prima Lettura
    Nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati.
    Dal libro di Esdra
    Esd 9,5-9

    Io, Esdra, all’offerta della sera mi alzai dal mio stato di prostrazione e, con il vestito e il mantello laceri, caddi in ginocchio e stesi le mani al Signore, mio Dio, e dissi:
    «Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare la faccia verso di te, mio Dio, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpa è grande fino al cielo. Dai giorni dei nostri padri fino ad oggi noi siamo stati molto colpevoli, e per le nostre colpe noi, i nostri re, i nostri sacerdoti siamo stati messi in potere di re stranieri, in preda alla spada, alla prigionia, alla rapina, al disonore, come avviene oggi.
    Ma ora, per un po’ di tempo, il Signore, nostro Dio, ci ha fatto una grazia: di lasciarci un resto e darci un asilo nel suo luogo santo, e così il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un po’ di sollievo nella nostra schiavitù. Infatti noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati: ci ha resi graditi ai re di Persia, per conservarci la vita ed erigere il tempio del nostro Dio e restaurare le sue rovine, e darci un riparo in Giuda e a Gerusalemme».

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Da Tb13
    R. Benedetto Dio che vive in eterno.
    Benedetto Dio che vive in eterno,
    benedetto il suo regno;
    egli castiga e ha compassione. R.

    Fa scendere agli inferi, nelle profondità della terra,
    e fa risalire dalla grande perdizione:
    nessuno sfugge alla sua mano. R.

    Lodatelo, figli d’Israele, davanti alle nazioni,
    perché in mezzo ad esse egli vi ha disperso
    e qui vi ha fatto vedere la sua grandezza. R.

    Date gloria a lui davanti a ogni vivente,
    poiché è lui il nostro Signore, il nostro Dio,
    lui il nostro Padre, Dio per tutti i secoli. R.

    Vi castiga per le vostre iniquità,
    ma avrà compassione di tutti voi
    e vi radunerà da tutte le nazioni,
    fra le quali siete stati dispersi. R.


    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Il regno di Dio è vicino;
    convertitevi e credete nel Vangelo. (Mc 1,15)

    Alleluia.

    Vangelo
    Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 9,1-6

    In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
    Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
    Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

    Parola del Signore.



    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Se un apostolo, un inviato, qualcuno di noi – ne siamo tanti di inviati qui -, va un po’ col naso in su, credendosi superiore agli altri o cercando qualche interesse umano o – non so – cercando posti nella Chiesa, non guarirà mai nessuno, non sarà riuscito ad aprire il cuore di nessuno, perché la sua parola non avrà autorità. L’autorità, il discepolo l’avrà se segue i passi di Cristo. E quali sono i passi di Cristo? La povertà. Da Dio si è fatto uomo! Si è annientato! Si è spogliato! La povertà che porta alla mitezza, all’umiltà. Il Gesù umile che va per la strada per guarire. E così un apostolo con questo atteggiamento di povertà, di umiltà, di mitezza, è capace di avere l’autorità per dire: “Convertitevi”, per aprire i cuori. (Santa Marta, 7 febbraio 2019)

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      Seguire Cristo non è un fatto intimistico: senza annuncio, senza servizio, senza missione la relazione con Lui non cresce. Notiamo che nel Vangelo il Signore invia i discepoli prima di aver completato la loro preparazione: poco dopo averli chiamati, già li invia! Questo significa che l’esperienza della missione fa parte della formazione cristiana. Ecco come si annuncia: mostrando Gesù più che parlando di Gesù. E come mostriamo Gesù? Con la nostra testimonianza. E, infine, andando insieme, in comunità: il Signore invia tutti i discepoli, ma nessuno va da solo. La Chiesa apostolica è tutta missionaria e nella missione ritrova la sua unità. Dunque: andare miti e buoni come agnelli, senza mondanità, e andare insieme. Qui sta la chiave dell’annuncio, questa è la chiave del successo dell’evangelizzazione. (Udienza Generale, 15 febbraio 2023)

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  2. FAUSTI – Questo brano segna l'inizio dell'opera dei discepoli chiamati da Gesù a continuare la Sua stessa opera. Da Lui e come Lui, anch'essi sono inviati. Fine di questa e di ogni missione sarà l'Eucaristia, il servizio del pane di Vita – come fine del servizio di Cristo fu il dono del Suo Corpo.
    Nell'Eucaristia noi ripresentiamo “oggi” al Padre il Suo Figlio donato a noi ; e in Lui presentiamo al Padre noi stessi, che di questo Dono viviamo.
    I Discepoli dopo la chiamata alla sequela (c 5), la scelta dei Dodici (c 6) e la formazione (c 8) che ha come capisaldi l'ascolto e una verifica costante, perchè “siano con Lui” ora chiamati perchè siano “come Lui”. Li invia infatti a continuare la Sua stessa Missione che termina nell'Eucaristia.
    Luca pone l'inizio del ministero dei Dodici nel tempo del Gesù terreno e vede in esso prefigurata e fondata la Chiesa.
    Questa prolunga oggi nello spazio e nel tempo la Sua opera, con lo stesso potere e la stessa autorità. C'è un invio analogo dei 72 Discepoli (c 10), Luca intende le due missioni in continuità, come quella tra fondazione ed edificio. In quella dei Dodici si compie la promessa ad Israele e alle sue 12 tribù ; in quella dei 72 essa si apre a tutti i popoli della terra.
    Le consegne che Gesù dà ai Dodici servono da “breviario di viaggio” per la Missione della Chiesa. Contengono l'avvertimento unico che Gesù dà sulla Missione . Esso consiste in un imperativo negativo “non prendete” (seguito da 5 specificazioni...né...né...) più l'ordine di “dimorare” o di “scuotere la polvere”.
    Il termine “uscire” ricorre tre volte e indica la realtà della Missione.
    Le Parole di Gesù non riguardano l'oggetto dell'annuncio. Esso è ovvio : è il Regno di Dio, udito e visto in Lui, è Lui stesso!.
    Ciò che non è ovvio , e su cui Gesù insiste , è “come” deve vivere e presentarsi chi annuncia.
    Per noi l'importante non è cosa dire, che non dipende da noi, ma come essere, per non contraddire con la vita ciò che annunciamo con la bocca. Ciò che sei fa da cassa di risonanza a ciò che dici.Questo brano ci dà la carta di identità degli inviati : devono riprodurre i lineamenti di Chi li invia.
    Non sono consigli,ma ordini.
    Non è che la fede di chi ascolta dipenda dalla credibilità di chi annuncia.
    La Parola è viva ed efficace di per Sé. Chi annuncia ha però il tragico potere , per quanto sta in lui, di offuscare o annullare l'annuncio : se non ha il potere di renderlo credibile, è tuttavia in grado di renderlo incredibile. E' la responsabilità dell'uomo, il quale, non essendo Dio,non può dare la vita, è però in grado di dare morte a ciò che vive.
    Il discernimento apostolico non riguarda tanto le priorità apostoliche o le analisi accurate delle situazioni, anche se sono utili o necessarie, e non riguarda per sé neanche l'oggetto della Missione,ma il “come” realizzarla.
    Questo “come” è la povertà, l'umiliazione e il fallimento che ne conseguono. E' associazione a Cristo e alla Sua stessa fiducia filiale nel Padre che solo riscatta dalla morte.
    Per il discepolo, lo strumento adeguato, è la Croce del Suo Signore, che ha salvato il mondo.

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48