venerdì 27 settembre 2019

" QUESTI E' IL FIGLIO MIO, L'ELETTO, ASCOLTATELO!" Lc 9, 28-36


3 commenti:

  1. La trasfigurazione
    [28]Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. [29]E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. [30]Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, [31]apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. [32]Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. [33]Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. [34]Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. [35]E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo». [36]Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

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  2. . FAUSTI - Si svela il cuore del mistero di Gesù. Ai discepoli è concesso entrare nella conoscenza Padre/Figlio. L'obbedienza al "Gesù solo", che il Padre ordina - " Ascoltate Lui!"- è l'apice del racconto. l'ascolto è confermato come via alla visione e forza del cammino verso Gerusalemme. Il Padre , dal santo monte, dà il sigillo definitivo alla rivelazione di Gesù e mostra il suo Volto. L'ascolto di Lui porta a vedere ciò di cui Mosè ed Elia hanno parlato : la pienezza del dono di Dio.
    La voce del Padre e il volto del Figlio sono soprattutto una conferma a ciò che i discepoli stentano a capire anche dopo la Pasqua, cioè la necessità della croce. Gesù come Mosè , si mette a capo del popolo per il nuovo esodo, verso la Gerusalemme definitiva ; come Elia, verrà "assunto" in cielo per ricomparire alla fine dei tempi. Come la sua andata, così sarà il suo ritorno! Nel nuovo esodo che ci propone c'è una nuova manna, il pane spezzato, e una nuova legge, il Volto del Figlio obbediente.
    Sappiamo che , ascoltando lui ascoltiamo il Padre, e, vedendo Lui, vediamo il Padre. Ci ha rivelato la sua gloria di Figlio proprio nel suo cammino di umiliazione fino a Gerusalemme. Di questo ha appena parlato ai discepoli e di questo conferisce con Mosè ed Elia.
    Dal Tabor c'è uno squarcio di luce che lascia vedere la meta, Gerusalemme, perchè i discepoli possano incamminarvisi.
    Hanno una visione anticipata della gloria per affrontare il passaggio obbligato alla croce, appena annunciata (22) e subito ribadita (44) ...La definitività e l'importanza di questa rivelazione è richiamata da Pietro nella seconda lettera " Infatti, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». Questa voce noi l'abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte" 2 Pt 1, 16-19.
    Per il lettore di Luca, questo racconto serve a fargli sperimentare , attraverso il mistero del Pane, la gloriosa presenza del Signore che lo trasfigura nel volto e lo rapisce nell'esodo verso Gerusalemme : con la forza di quel cibo può, come Elia, camminare per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio ( 1 Re 19, 7 ).

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  3. CANTALAMESSA – Sei giorni dopo aver ricevuto, a Cesarea di Filippo, la professione di fede di Pietro e aver annunciato la sua Passione, Gesù prende con sé Pietro, Giacomo, Giovanni e sale su “un monte alto, in un luogo appartato , loro soli”. Con queste tre sottolineature l'avvenimento viene staccato dalla sfera naturale e dal ritmo ordinario della vita ,viene collocato in una dimensione diversa : di solitudine, di silenzio, e di lontananza da tutto.
    Qual è per noi la “casa” da cui dobbiamo uscire, le cose e le preoccupazioni da cui dobbiamo svincolarci,ognuno lo scoprirà, senza difficoltà, per conto suo. Ma si impone uno stacco.
    Gesù, è detto, si trasfigurò “davanti a loro”. Egli non si trasfigura davanti a tutti, indistintamente, in mezzo al chiasso e alla folla, ma solo davanti ad alcuni, a quelli che hanno lasciato in basso parenti, amici, lavoro, tutto, e hanno accettato il suo invito a ritirarsi in disparte con Lui.
    Quelli che sentono di poter dire con il salmista : “ Il Tuo Volto, o Signore, io cerco, non nascondermi il Tuo Volto”(Sl 27) o anche “ Il mio cuore è pronto per Te, per Te, mio Dio” (Sl 57).
    Andando avanti leggiamo : “Il suo Volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”.
    Quello che si deduce con chiarezza dal testo è che la luce non investe Gesù dal di fuori, ma proviene dal suo interno.
    Il suo Volto non è semplicemente “illuminato”, ma “brilla”.
    Lo stesso le sue vesti : esse diventano splendenti.
    E' messa in evidenza la differenza essenziale rispetto ad analoghe teofanie dell'Antico Testamento.
    Gesù brilla di luce propria, non riflessa , sul suo Volto non rifulge solo la Gloria di Dio come sul volto di Mosè, ma anche la propria Gloria. Meglio, rifulge, come propria,la Gloria stessa di Dio,
    perchè “ Egli è irradiazione della sua Gloria e impronta della sua sostanza”. (Ebrei 1,3).
    Egli non vede Dio, ma piuttosto è visto come Dio.
    Sul Tabor si inaugura un nuovo genere di teofania , la Cristofania.
    Gesù sul Tabor non è tanto un maestro che impartisce insegnamenti o fornisce prove della sua divinità ai discepoli, quanto il Figlio che ammette i suoi amici a un momento di intimità tra lui e il Padre Celeste, perchè siano testimoni e partecipi della sua gloria. Egli era felice. La trasfigurazione è un mistero di felicità divina. Tutto il torrente di gioia che scorre tra Padre e Figlio , che è poi lo stesso Spirito Santo, in quell'occasione “traboccò dal vaso” dell'umanità di Cristo.
    “Mentre pregava il Suo Volto cambiò d'aspetto”questa è la chiave per capire tutto l'avvenimento.
    E' soprattutto nel descrivere l'apparizione di Dio, la teofania, che gli autori biblici hanno sviluppato il senso estetico. Tali descrizioni contengono le più intense descrizioni di bellezza di tutto l'Antico testamento. Bello è tutto ciò che è sfiorato dalla presenza di Dio.
    Il monte Sion è splendore di bellezza , solo perché è la dimora di Dio. Tutto ciò che ha attinenza con Dio, persino i piedi del suo messaggero, diventa bello (Isaia 52,7).
    Non sorprende perciò che la nuova teofania del Tabor sia divenuta per noi l'oggetto per eccellenza della rappresentazione estetica e l'occasione per la celebrazione della bellezza “Oggi sul Tabor Egli ha rinnovato e trasformato l'immagine della bellezza terrestre in quella della bellezza celeste”.La nube è , nella trasfigurazione, quello che è la colomba nel battesimo : il segno visibile della presenza dello Spirito Santo. Del resto , come potrebbe lo Spirito, essere del tutto assente in una teofania così chiaramente trinitaria?Egli è lo spazio in cui avviene la Trasfigurazione.
    Nel segno della nube, che si vede, si fa presente lo Spirito Santo e nel segno della voce che si ode, si fa presente il Padre che proclama . “ Questi è il Figlio Mio prediletto, ascoltatelo!”.
    “ Ascoltatelo!” : come risuona ancora attuale questo imperativo del Padre!. Lui, la nuova, piena auto-rivelazione di Dio agli uomini! Questo ci basta!

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