lunedì 16 settembre 2019

"RAGAZZO, DICO A TE, ALZATI!" Lc 7, 11-17






4 commenti:

  1. Antifona
    Dona pace, o Signore, a quanti in te confidano;
    i tuoi profeti siano trovati degni di fede.
    Ascolta la preghiera dei tuoi servi e del tuo popolo, Israele. (Sir 36,18)
    O Dio, creatore e Signore dell’universo,
    volgi a noi il tuo sguardo,
    e fa’ che ci dedichiamo con tutte le forze al tuo servizio
    per sperimentare la potenza della tua misericordia.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Bisogna che il vescovo sia irreprensibile; allo stesso modo i diaconi conservino il mistero della fede in una coscienza pura.
    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
    1Tm 3,1-13

    Figlio mio, questa parola è degna di fede: se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro. Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola donna, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro. Sappia guidare bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi e rispettosi, perché, se uno non sa guidare la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio? Inoltre non sia un convertito da poco tempo, perché, accecato dall'orgoglio, non cada nella stessa condanna del diavolo. È necessario che egli goda buona stima presso quelli che sono fuori della comunità, per non cadere in discredito e nelle insidie del demonio.
    Allo stesso modo i diaconi siano persone degne e sincere nel parlare, moderati nell'uso del vino e non avidi di guadagni disonesti, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. Allo stesso modo le donne siano persone degne, non maldicenti, sobrie, fedeli in tutto. I diaconi siano mariti di una sola donna e capaci di guidare bene i figli e le proprie famiglie. Coloro infatti che avranno esercitato bene il loro ministero, si acquisteranno un grado degno di onore e un grande coraggio nella fede in Cristo Gesù.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 100 (101)
    R. Camminerò con cuore innocente.
    (R. Dona al tuo servo, Signore, integrità di cuore)
    Amore e giustizia io voglio cantare,
    voglio cantare inni a te, Signore.
    Agirò con saggezza nella via dell'innocenza:
    quando a me verrai? R.

    Camminerò con cuore innocente
    dentro la mia casa.
    Non sopporterò davanti ai miei occhi azioni malvagie,
    detesto chi compie delitti: non mi starà vicino. R.

    Chi calunnia in segreto il suo prossimo
    io lo ridurrò al silenzio;
    chi ha occhio altero e cuore superbo
    non lo potrò sopportare. R.

    I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese
    perché restino accanto a me:
    chi cammina nella via dell'innocenza,
    costui sarà al mio servizio. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Un grande profeta è sorto tra noi,
    Dio ha visitato il suo popolo. (Lc 7,16)

    Alleluia.

    Vangelo
    Ragazzo, dico a te, alzati!
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 7,11-17

    In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
    Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
    Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, alzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.
    Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

    Parola del Signore.

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      Grande compassione guida le azioni di Gesù: è Lui che ferma il corteo toccando la bara e, mosso dalla profonda misericordia per questa madre, decide di affrontare la morte, per così dire, a tu per tu. E l’affronterà definitivamente, a tu per tu, sulla Croce. (…) Quando Gesù vide questa madre in lacrime, essa entrò nel suo cuore! (…) il Signore si fa vicino per incontrare ognuno di noi, per portare e offrire la sua potente parola consolatrice: «Non piangere!» (…) A ognuno di noi dice: “Alzati!”. Dio ci vuole in piedi. Ci ha creati per essere in piedi: per questo, la compassione di Gesù porta a quel gesto della guarigione, a guarirci, di cui la parola chiave è: “Alzati! Mettiti in piedi, come ti ha creato Dio!”. In piedi. “Ma, Padre, noi cadiamo tante volte” – “Avanti, alzati!”. Questa è la parola di Gesù, sempre. (…): “Alzati!”. La parola potente di Gesù può farci rialzare e operare anche in noi il passaggio dalla morte alla vita. La sua parola ci fa rivivere, dona speranza, rinfranca i cuori stanchi, apre a una visione del mondo e della vita che va oltre la sofferenza e la morte. (Udienza generale, 10 agosto 2016)
      Avvicinarsi e toccare la realtà. Toccare. Non guardarla da lontano. Ebbe compassione - prima parola - si avvicinò - seconda parola. Poi fa il miracolo e Gesù non dice: ‘Arrivederci, io continuo il cammino’: no. Prende il ragazzo e cosa dice? ‘Lo restituì a sua madre’: restituire, la terza parola. Gesù fa dei miracoli per restituire, per mettere al proprio posto le persone. Ed è quello che ha fatto con la redenzione. Ebbe compassione - Dio ebbe compassione - si avvicinò a noi in suo Figlio, e restituì tutti noi alla dignità di figli di Dio. Ci ha ricreati tutti. (S. Marta 19 settembre 2017)

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    2. "Anche oggi dobbiamo aver fiducia in Lui, nel fatto che Lui - e Lui Solo - è in grado, in quest'ora del mondo , di salvarci."
      BENEDETTO XVI

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  2. FAUSTI – Il centurione pagano, che crede nell'efficacia della parola del Signore anche in sua assenza, ci ha fatto vedere com'è la fede per noi che non abbiamo visto il Signore: sapere che Lui ci salva mediane la sua parola di promessa. Cristo infatti salva mediante la Parola tutti coloro che l'accolgono. Ora si mostra perché possiamo avere tale fede : sia perché Lui si commuove al nostro male e ci visita con la sua presenza, sia perché Lui è il Signore e la sua parola è efficace , capace di salvarci anche dalla morte.
    Egli è la misericordia che incontra la nostra miseria e realizza quanto detto da Zaccaria : la bontà misericordiosa del nostro Dio, che viene a visitarci dall'alto come sole che sorge, per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte.
    Gesù ha appena proclamato il Regno promesso : la beatitudine ai poveri, affamati e piangenti, e comandato la misericordia. Ora sazia la fame del più povero tra tutti : un morto, l'estremamente povero, digiuno di vita. Ora usa grazia e misericordia verso il più piccolo tra tutti, l'estremamente piccolo, un bimbo morto, figlio unico di madre vedova!
    Gesù fa per primo quanto ha espresso come esigenza del Figlio di Dio : ama i nemici ,
    si prende a cuore i piccoli ,e accoglie i peccatori (Lc 7 ). E' un racconto kerigmatico, un invito del credente al non credente, perché partecipi alla lode di Dio in colui che, senza esserne per nulla pregato, è venuto a vincere la morte. Il racconto è esclusivo di Luca , che narra due resurrezioni nel Vangelo ( qui e la figlia di Giairo 8, 40-56) e due negli Atti ( 9, 36-42 e 20,7-12).
    C'è lo sfondo veterotestamentario della risurrezione operata da Elia (1Re 17,17-24) e da Eliseo (2Re 4,32-37).La risurrezione dai morti , che per Israele è un'attesa escatologica, è totalmente estranea alla mentalità pagana.
    Il desiderio di vincere la morte – costitutivo dell'uomo! - non può mai tradursi in speranza reale per l'uomo, perché è brutalmente spezzato dalla morte.
    La risurrezione è indeducibile da qualsiasi premessa, impossibile per qualsiasi pretesa e attesa umana : è deducibile solo dalla promessa di Dio, possibile solo come dono inatteso della sua potenza misericordiosa.
    Più che la potenza di Gesù , il racconto evidenzia la misericordia del Salvatore, Dio previene e visita senza richiesta, preghiera o fede, chi è totalmente perduto e non può più richiedere né pregare, né credere.
    Gesù è qui chiamato da Luca per la prima volta “Signore”. Ciò significa che questo episodio lo rivela pienamente : è Il Signore di misericordia, autore della vita, vincitore della morte.
    Il figlio della vedova è descritto in termini che alludono a Gesù stesso morto e risorto .
    È il “figlio unigenito”, “alla porta della città”, si “desta” e, al suo destarsi, si parla di “un grande profeta destato tra noi”. Questo scambio di figura, questa sovra-impressione, Gesù/figlio unico morto/destato sta a indicare la misericordia.
    Essa lo porterà a venire incontro alla nostra miseria, fino a identificarsi con noi e perdere sé per salvare noi.
    Il racconto vuole suscitare fede nella misericordia di Dio per i piccoli e per i piangenti, per ogni uomo , che è piccolo e piangente di fronte alla morte.
    Piccolo perché assolutamente indifeso , piangente perché irrimediabilmente offeso.
    Gesù viene a dare speranza là dove nessuno può averne.
    Perché l'uomo muore ; e, quando vive, vive nel dolore della morte altrui e nell'attesa della propria. Gesù vince colui che dà morte alla vita e restituisce la vita alla vita : la madre ritrova il figlio.

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48