sabato 14 settembre 2019

"L'UOMO BUONO DAL CUORE TRAE IL BENE..." Lc 6,43-49



2 commenti:

  1. Tu sei giusto, o Signore, e retto nei tuoi giudizi:
    agisci con il tuo servo secondo il tuo amore. (Sal 118,137.124)

    Colletta
    O Padre, che ci hai liberati dal peccato
    e ci hai donato la dignità di figli adottivi,
    guarda con benevolenza la tua famiglia,
    perché a tutti i credenti in Cristo
    sia data la vera libertà e l’eredità eterna.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.
    Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
    1Cor 10,14-22

    Miei cari, state lontani dall’idolatria. Parlo come a persone intelligenti. Giudicate voi stessi quello che dico: il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane. Guardate l’Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione con l’altare?
    Che cosa dunque intendo dire? Che la carne sacrificata agli idoli vale qualcosa? O che un idolo vale qualcosa? No, ma dico che quei sacrifici sono offerti ai demòni e non a Dio.
    Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo forse più forti di lui?

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 115 (116)
    R. A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento.
    Che cosa renderò al Signore
    per tutti i benefici che mi ha fatto?
    Alzerò il calice della salvezza
    e invocherò il nome del Signore. R.

    A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
    e invocherò il nome del Signore.
    Adempirò i miei voti al Signore
    davanti a tutto il suo popolo. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
    e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)

    Alleluia.

    Vangelo
    Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 6,43-49

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
    L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
    Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
    Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
    Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».

    Parola del Signore.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    «E anche la nostra vita può essere così quando le mie fondamenta non sono forti. Viene la tempesta — e tutti noi abbiamo tempeste nella vita, tutti, dal Papa all’ultimo, tutti — e non siamo capaci di resistere. Molti dicono: “No, io cambierò vita”. E pensano che cambiare vita sia “truccarsi”. Cambiare vita è andare a cambiare i fondamenti della vita, cioè mettere la roccia lì che è Gesù. “Io vorrei ripristinare questa costruzione, questo palazzo, perché è molto brutto, molto brutto e io vorrei abbellirlo un po’ e anche assicurare le fondamenta”. Ma se rifaccio il trucco e faccio una “romanella”, la cosa non va avanti; cadrà. Con le apparenze, la vita cristiana cade». (Omelia da Santa Marta, 5 dicembre 2019)

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  2. FAUSTI
    Come ho sperimentato Dio nei miei confronti, sono io nei confronti dell'altro.
    La nostra cattiveria verso gli altri è la mancanza di misericordia : è il germoglio marcio del nostro albero cattivo.
    Il male fondamentale è l'occhio cieco che non vede il proprio male e non sente il bisogno della misericordia. L'occhio cieco esprime un cuore tenebroso, senza bontà.
    E questo cuore, come vede, così anche agisce male .
    Ha una mano piena di frutti dal sapore di morte. C'è una stretta connessione tra occhio/cuore/mano :il principio dell'azione buona o cattiva è il cuore pieno o meno di misericordia ; e il principio della misericordia nel nostro cuore è l'occhio , sua finestra, che ne riconosce il bisogno e ne accoglie la luce.
    Principio del bene è quindi il nostro occhio/cuore aperto sul nostro male e intenerito dalla misericordia ricevuta Questa misericordia salva dal male e crea il bene.
    Ho conosciuto un uomo che era sordo a ogni parola cattiva , mentre aveva l'udito sensibile a ogni cosa buona : in lui il male si spegneva e il bene lo illuminava. Aveva una sensibilità selettiva.
    Il cuore cattivo, invece, sente solo il male e germina il peggio, vittima parassita del male e suo moltiplicatore. Il problema serio del discepolo è riconoscersi come pianta cattiva dai frutti marci.
    Questa sincerità gli permette di non essere cieco sulla propria cecità. Chi vede con sincerità se stesso, vede il proprio male e il bisogno che ha di misericordia. E' l'unica condizione per la guarigione. Riconoscere il mio cuore cattivo, che ha tesorizzato un grande capitale di male di vivere, è l'innesto stesso che mi fa albero buono,mi mette in comunione con Lui che perdona e con i fratelli che , quindi, perdono. Questo brano ci richiama a discernere e a vivere con verità la nostra menzogna davanti a Dio, esponendo senza paura al Suo Occhio la nostra timorosa nudità.
    Dai nostri frutti di morte, possiamo riconoscerci facilmente come legno cattivo.
    Così siamo disposti ad accogliere il Suo perdono e accettiamo l'innesto dell'unico legno buono : l'albero della Misericordia del Padre, la Croce del Suo Figlio donato per noi.
    La conoscenza del mio peccato in questa luce mi rende finalmente solidale
    col Padre e con i fratelli.
    Dall'obbedienza alla Parola di Misericordia di Gesù, la Rivelazione definitiva e completa di Dio:
    l'ascolto fattivo della Sua Parola è salvezza e vita.
    La disobbedienza a Essa è rovina.
    Quanto Gesù ha detto non è un consiglio.
    Chi Lo ascolta e fa quanto ha ascoltato, si costruisce una casa dove può abitare stabilmente, senza pericoli, chi non Gli obbedisce , si costruisce una casa che gli piomba addosso e lo seppellisce nella sua rovina.
    Nell'obbedienza alla Parola di Misericordia si gioca il senso definitivo della vita.
    La salvezza non è solo riconoscere Gesù come “il Signore”.
    E' anche fare ciò che Lui ha fatto e comandato : essere come Lui, del quale siamo immagine e somiglianza. Se la Parola ci fa conoscere Dio, l'Obbedienza ci trasforma in Lui.
    L'uomo diventa la Parola cui obbedisce.
    Il Volto di Dio in Gesù è indicativo del nostro vero volto , è quindi un imperativo per raggiungere la salvezza , che è il nostro vero volto di figli.
    Rivelazione piena della Volontà di Dio , che Gesù ha annunciato e vissuto (se ne trovano tracce nella seconda parte di tutte le lettere di Paolo ), è catechesi Battesimale.

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48