domenica 1 settembre 2019

ANNUNCIO NASCITA DI GIOVANNI BATTISTA - Lc 1,5-25




3 commenti:

  1. Dal libro dei Giudici
    Gdc 13,2-7.24-25a

    In quei giorni, c'era un uomo di Sorèa, della tribù dei Danìti, chiamato Manòach; sua moglie era sterile e non aveva avuto figli.

    L'angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guàrdati dal bere vino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d'impuro. Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio fin dal seno materno; egli comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei».

    La donna andò a dire al marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l'aspetto di un angelo di Dio, un aspetto maestoso. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome, ma mi ha detto: "Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e non mangiare nulla d'impuro, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal seno materno fino al giorno della sua morte"».

    E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse.
    Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 1,5-25

    Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

    Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l'offerta dell'incenso.
    Fuori, tutta l'assemblea del popolo stava pregando nell'ora dell'incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
    Zaccarìa disse all'angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».

    Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.

    Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Qui c’è una culla vuota, la possiamo guardare. Può essere simbolo di speranza perché verrà il Bambino, può essere un oggetto da museo, vuota tutta la vita. Il nostro cuore è una culla. Com’è il mio cuore? E’ vuoto, sempre vuoto, ma è aperto per ricevere continuamente vita e dare vita? Per ricevere ed essere fecondo? O sarà un cuore conservato come un oggetto da museo che mai è stato aperto alla vita e a dare la vita? (Santa Marta, 19 dicembre 2017)

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  3. FAUSTI – Luca si rivolge a dei convertiti dal paganesimo. Essi ignorano la storia della salvezza.
    Perciò, prima di parlare di Gesù, che ne è il frutto maturo, parla delle Sue radici: la promessa fatta ad Israele.
    Gesù è il compimento della promessa , di cui Dio ha fatto depositario Israele a favore di tutti i popoli. Per tutti la salvezza non viene da altri alberi se non da quello che Lui si è piantato e coltivato in Palestina. In quest'albero è inserito ogni credente, di tutti i tempi e di tutti luoghi.
    Luca, attraverso queste figure emblematiche dell'A. Testamento – padre e madre vecchi, un figlio impossibile, ma donato – introduce il lettore a comprendere le caratteristiche fondamentali dell 'azione di Dio nel mondo, come le ha rivelate ad Israele.
    E' una miniatura sapiente, un racconto policromo centrato sul Tempio, che fa da sintesi catechetica per comprendere che è Dio che compie la Sua promessa, proprio quando l'uomo la ritiene impossibile. Come per Israele, così anche per il cristiano che vuol cogliere l'azione di Dio e del suo Cristo.
    L'uomo è un sacerdote. Si sottolinea la sua appartenenza al popolo della promessa , per indicare che Dio mantiene quanto ha detto.
    Il suo nome “Zaccaria” significa “Dio si è ricordato”. Il suo nome dichiara il motivo per cui Dio interviene : si ricorda della Sua Promessa , del Suo Amore e della Sua Misericordia.
    Zaccaria e Elisabetta erano giusti davanti a Dio, ma non avevano figli.
    Sotto queste figure c'è il dramma di Giobbe, il dramma di ogni speranza umana : essere giusti è doveroso, ma non dà felicità e vita.
    E' la sterilità dell'uomo, incapace di produrre la propria salvezza. Il popolo, dopo tanti secoli dalla promessa, non è riuscito a produrre il Salvatore.. l'uomo è condotto da Dio a conoscere l'impossibile di cui ha bisogno.
    Solo il dono di Dio è salvezza. E l'uomo è condotto a riconoscere quel Dio che gli dona proprio l'impossibile, cioè Se Stesso !
    Nel Tempio, vita, festa e legge, l'uomo riconosce Dio come centro della salvezza e se stesso come uomo limitato e mortale , riconcilia la tensione tra desiderio infinito e realtà finita, mediante la lode e la benedizione. L'uomo si scopre fine di tutto, che in lui torna alla fonte della vita, diventa liturgo della creazione , nel canto di gioia di chi sa che tutto è per lui e lui per Dio.
    Tutto ciò che c'è è dono d'amore per lui, nella benedizione e nella lode tutto recupera senso.
    La lode di Dio attraverso tutto il creato è il fine dell'uomo, per essa l'uomo gioisce della gioia stessa di Dio attraverso tutte le Sue creature.
    Non si dice , se non qui e indirettamente, che Zaccaria abbia pregato. Certamente agli occhi di Dio la sua situazione è già preghiera . Il bisogno del figlio è sentito come richiesta dal cuore del Padre.
    La promessa di Dio è dare futuro a chi non ne ha, dare senso a chi ne è privo.
    La storia della salvezza germina in piena fecondità proprio in chi è sterile.
    Questi è in grado di recepire il dono come dono : l'impossibile rivela che l'azione è di Dio.
    E' Lui che agisce, solo Lui!
    Fine della Sua azione è la gioia dell'uomo. La gioia è il profumo di Dio, segno della Sua presenza.
    Giovanni sarà grande al cospetto di Dio, non è il Messia, egli cammina al cospetto del Signore e precede il Suo Volto, come l'ultimo profeta che ne parla.
    In lui la profezia di Israele giunge alla sua conclusione . L'ultima stella annuncia gli albori del giorno del Signore.
    Ma l'incredulità non blocca la forza della promessa.
    Zaccaria, memoria muta, è figura dell'uomo chiuso, di Israele dal cuore non convertito e del silenzio profetico che ha preceduto il Cristo.
    Il popolo attende una spiegazione da Zaccaria, che non può darla, perchè non ha creduto.
    All'uscita dal Tempio, non può pronunciare la consueta benedizione sul popolo.
    Con questa benedizione mancata, si apre il Vangelo.
    Si concluderà con tre benedizioni nel Tempio, quando la promessa sarà compiuta (24, 50-53).

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48