lunedì 2 settembre 2019

"SI COMPIRONO I GIORNI..." Lc 2,1-7


2 commenti:

  1. In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2 Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3 Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. 4 Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5 Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. 6 Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7 Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.

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  2. FAUSTI - “Si sono manifestati la bontà di Dio, Salvatore nostro, e il Suo Amore per gli uomini” (Tt 3,4).La scena di un Dio che si è fatto piccolo e indifeso, per essere accolto dalle nostre mani,è un preludio già della croce.
    La Sua nascita rivela un carattere “passionale”, manifesta la Sua passione per l'uomo, la Sua simpatia estrema per lui,che l'ha spinto a condividere la sua condizione.
    Il problema della fede cristiana è accogliere la Carne di Dio che si è fatto solidale con la nostra debolezza :”Ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella Carne, è da Dio” (1 Gv 4,2). Essa ci rivela quel Dio che mai nessuno ha visto (Gv 1, 18).
    La scena, compimento dell'Annunciazione,è costruita come un contrappunto tra la potenza umana che si auto-esalta , si dilata e si consuma in un censimento mondiale, il primo della storia, e l'impotenza di Dio che si umilia, si restringe e si concentra in un bambino.
    Se il Figlio di Dio fosse venuto con potenza, nel fulgore della Sua gloria, certamente non si sarebbe esposto al rifiuto. Tutti L'avremmo accolto e necessariamente.
    Ma non sarebbe stato Dio, bensì un idolo.
    Si ritiene che Dio, mistero 'tremendum et alliciens', sia di “grandezza enorme”, “splendore straordinario”e “terribile aspetto” (Dn 2,31). Queste di per sé son le caratteristiche dell'idolo, comuni a tutte le religioni.
    Dio sta piuttosto dalla parte del sassolino che abbatte l'idolo (Dn 2,34).
    Il segno per riconoscerlo sarà diverso: la Sua grandezza enorme sarà quella del piccolo,il Suo splendore affascinante quello del bimbo fasciato, il Suo aspetto tremendo quello di un corpo tremante nella mangiatoia.
    S. Ignazio pone il criterio discriminante della fede nei due vessilli . Il vessillo del nostro Re è “povertà, umiliazione e umiltà” (Magnificat).
    Quello della “ ricchezza, vanagloria e superbia” è di satana.
    Questa prima presentazione che Luca fa di Gesù , e che ha colpito tanto S. Francesco, è normativa per la nostra fede :
    è la porta d'ingresso per entrare nella casa dove Lui abita e poterlo riconoscere.
    Certamente un Dio Piccolo si espone al rifiuto.
    E' la vulnerabilità dell'Amore, che non può non rispettare la libertà!
    Il Pane degli Angeli, il cibo disceso dal cielo, che dà la Vita, è deposto nel luogo dove mangiano le bestie. Dio si dona come Vita e cibo all'uomo peccatore.
    Questo è il “Suo luogo”, dove abita e riposa finalmente dalla faticosa ricerca.
    Infatti non c'è altro luogo che la mangiatoia per loro.
    Dio, che è Amore e Accoglienza, è bisogno di amore e di accoglienza.
    Ma non trova posto tra noi se non in un luogo di bestie,e nella mangiatoia. Difatti troverà ospitalità proprio nel nostro peccato e nel nostro bisogno, da cui è venuto a salvarci.
    Ma a quanti Lo accolgono così com'è, dà il “potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12).
    E chi Lo accoglierà lì, nella sua lontananza e tristezza,nella sua stoltezza e durezza di cuore, nella sera del giorno che sempre declina, Lui lo accoglierà e diventerà suo cibo.
    Allora, come a Emmaus, potrà sparire dagli occhi, perché avrà raggiunto il Suo fine : Essere col discepolo come suo pane.
    Giustamente si dice che Luca è iconografo. Dipinge infatti con cura, sin dalla nascita , i tratti di Gesù, “immagine del Dio invisibile”. (Cl 1,15), perché il discepolo, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore , possa venir trasformato in quella medesima immagine. (2Cor 3,18).

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48