martedì 22 ottobre 2019

"TENETEVI PRONTI PERCHE' NELL'ORA CHE NON IMMAGINATE, VIENE IL FIGLIO DELL'UOMO" Lc 12, 39-48












4 commenti:

  1. Antifona
    Io t’invoco, o Dio, poiché tu mi rispondi;
    tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole.
    Custodiscimi come pupilla degli occhi,
    all’ombra delle tue ali nascondimi. (Sal 16,6.8)


    Colletta
    Dio onnipotente ed eterno,
    donaci di orientare sempre a te la nostra volontà
    e di servirti con cuore sincero.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Rm 6,12-18

    Fratelli, il peccato non regni più nel vostro corpo mortale, così da sottomettervi ai suoi desideri. Non offrite al peccato le vostre membra come strumenti di ingiustizia, ma offrite voi stessi a Dio come viventi, ritornati dai morti, e le vostre membra a Dio come strumenti di giustizia. Il peccato infatti non dominerà su di voi, perché non siete sotto la Legge, ma sotto la grazia.
    Che dunque? Ci metteremo a peccare perché non siamo sotto la Legge, ma sotto la grazia? È assurdo! Non sapete che, se vi mettete a servizio di qualcuno come schiavi per obbedirgli, siete schiavi di colui al quale obbedite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza che conduce alla giustizia?
    Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati. Così, liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 123 (124)
    R. Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
    Se il Signore non fosse stato per noi
    – lo dica Israele –,
    se il Signore non fosse stato per noi,
    quando eravamo assaliti,
    allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
    quando divampò contro di noi la loro collera. R.

    Allora le acque ci avrebbero travolti,
    un torrente ci avrebbe sommersi;
    allora ci avrebbero sommersi
    acque impetuose.
    Sia benedetto il Signore,
    che non ci ha consegnati in preda ai loro denti. R.

    Siamo stati liberati come un passero
    dal laccio dei cacciatori:
    il laccio si è spezzato
    e noi siamo scampati.
    Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
    egli ha fatto cielo e terra. R.


    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Vegliate e tenetevi pronti,
    perché, nell’ora che non immaginate,
    viene il Figlio dell’uomo. (Mt 24,42a.44)

    Alleluia.

    Vangelo
    A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 12,39-48

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
    Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
    Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
    Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
    Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
    A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

    Parola del Signore.

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      Nell’odierna pagina del Vangelo, Gesù parla ai suoi discepoli dell’atteggiamento da assumere in vista dell’incontro finale con Lui, e spiega come l’attesa di questo incontro deve spingere ad una vita ricca di opere buone (…………..) Gesù esorta: «Tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Il discepolo è colui che attende il Signore e il suo Regno. (…) Nel primo quadro, l’amministratore esegue fedelmente i suoi compiti e riceve la ricompensa. Nel secondo quadro, l’amministratore abusa della sua autorità e percuote i servi, per cui, al ritorno improvviso del padrone, verrà punito. Questa scena descrive una situazione frequente anche ai nostri giorni: tante ingiustizie, violenze e cattiverie quotidiane nascono dall’idea di comportarci come padroni della vita degli altri. Abbiamo un solo padrone a cui non piace farsi chiamarsi “padrone” ma “Padre”. Noi tutti siamo servi, peccatori e figli: Lui è l’unico Padre. Gesù (…) ci ricorda che l’attesa della beatitudine eterna non ci dispensa dall’impegno di rendere più giusto e più abitabile il mondo. Anzi, proprio questa nostra speranza di possedere il Regno nell’eternità ci spinge a operare per migliorare le condizioni della vita terrena, specialmente dei fratelli più deboli. La Vergine Maria ci aiuti ad essere persone e comunità non appiattite sul presente, o, peggio, nostalgiche del passato, ma protese verso il futuro di Dio, verso l’incontro con Lui, nostra vita e nostra speranza. (Angelus, 7 agosto 2016)
      Vigilare significa capire cosa passa nel mio cuore, significa fermarmi un po’ ed esaminare la mia vita. Sono cristiano? Educo più o meno bene i miei figli? La mia vita è cristiana o è mondana? E come posso capire questo? La stessa ricetta di Paolo: guardare Cristo crocifisso. La mondanità soltanto si capisce dov’è e si distrugge davanti alla croce del Signore. E questo è lo scopo del Crocifisso davanti a noi: non è un ornamento; è proprio quello che ci salva da questi incantamenti, da queste seduzioni che ti portano alla mondanità. (Santa Marta, 13 ottobre 2017)

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  2. GESUITI - E' un’esortazione alla responsabilità secondo i doni che abbiamo ricevuto e tutti i doni che abbiamo ricevuto o li usiamo per l’egoismo, cioè per fare il male, o li usiamo nell’amore, cioè per fare il bene; quindi non c’è un uso neutro dei doni: siamo responsabili di ciò che abbiamo e li possiamo gestire o con lo Spirito di Dio, che è Spirito di vita, o con lo spirito contrario, che è lo spirito di morte.
    E il testo presenta all’inizio due quadri opposti: c’è chi attende e c’è chi attende lo Sposo e c’è l’altro che aspetta il ladro, che è un po’ diverso.
    E nel secondo vedete ancora chi attende lo Sposo e l’altro invece che comincia a dire: a quello non viene e allora, intanto, facciamo altre cose. E poi notate i temi: si parla del giorno, dell’ora della venuta del Signore, il che vuol dire la fine del mondo, no? Però si parla dei lombi cinti, che richiamano la Pasqua, l’Esodo, la libertà, il cammino, si parla del servizio, dello stare seduto a mensa, del mangiare, delle beatitudini, poco dopo si dirà beato chi mangia il pane nel Regno, cioè sono tutte allusioni eucaristiche; cioè noi siamo chiamati a vivere la fine del mondo, anzi il fine del mondo - l’incontro con il Signore che viene - nella quotidianità e ciò che celebriamo nell’eucarestia sono veramente le nozze con il Signore, l’anticipo del banchetto eterno.
    E quel pane che mangiamo nell’eucarestia è davvero il cibo di vita eterna che ci fa vivere ora l’amore concreto con i fratelli: chi mangia di me vivrà per me, vivrà di me come io vivo del Padre. Perché l’uomo è ciò che mangia: se davvero mangiamo questo corpo dato per noi, questa Parola, diventiamo questo corpo e, allora, ecco che noi viviamo già ora la fine del mondo vecchio, che è il fine della nostra vita, finire con il mondo vecchio, e l’inizio del mondo nuovo.
    E, allora, tutta la nostra esistenza è davvero un aprire allo sposo che bussa e viene; in ogni azione della vita, in ogni momento, se tu apri viene il Signore, se tu chiudi rifiuti il Signore e il Signore è presente in ogni persona, in ogni situazione. Quindi l’importanza del momento presente è l’importanza dell’eucarestia, che non è un bel rito così tanto per fare qualcosa, perché tutte le religioni hanno dei riti, ma è davvero celebre nell’eucarestia ciò che viviamo le 24 ore al giorno, se la celebriamo quotidianamente, o che viviamo tutta la settimana.
    "35Siano i vostri lombi cinti e le lucerne ardenti, 36e voi simili a uomini in attesa del loro Signore quando torna dalle nozze, perché, quando viene e bussa, subito aprano a lui."
    Sono parole tutte molto suggestive: i lombi cinti richiamano la Pasqua, che si mangiava in piedi con i lombi cinti, cioè vuol dire con le vesti lunghe tirate su, e si tirano su le vesti lunghe per far che cosa? Per camminare, per servire. Poi richiama appunto la Pasqua, l’Esodo, la libertà, cioè il credente è uno che vive la quotidianità nello spirito dell’Esodo, dell’uscita dalla schiavitù verso la libertà, che è servire l’altro, che sa camminare in abito di lavoro, in abito di servizio. La prima caratteristica del cristiano: la sua libertà non è quella di dominare, ma di servire .

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  3. --> Se noi abbiamo questi atteggiamenti le lucerne sono ardenti. Gesù aveva detto nelle beatitudini: voi siete luce del mondo, cioè proprio vivendo così noi diventiamo luce come Dio che è luce, cioè riveliamo la bellezza della vita, una vita che è veramente nella libertà, nell’esodo dalla schiavitù, nel servizio reciproco, nel cammino, nell’apertura, nella disponibilità.
    Sì, sono abiti di lavoro, potremmo allora proseguire dicendo, ecco: le mani attive e gli occhi aperti a cogliere quello che è una luce che promana innanzitutto da Lui, poi da noi si riflette anche per gli altri, lucerne ardenti. È bello perché la lucerna sarebbe il corpo; la lucerna per sé non fa luce, la lucerna deve essere accesa, se no è un semplice coccio e, normalmente, il nostro corpo è un coccio spento; se, invece, abbiamo messo l’olio, come le vergini prudenti, e quest’olio è acceso alla luce di Cristo, alla sapienza delle beatitudini, alla sapienza del Vangelo, ecco che noi davvero siamo luce come Dio è luce e la luce fa vedere la realtà, la fa vivere e la crea; se no siamo dei cocci da buttare via.
    Il problema è vivere l’eucarestia nella fraternità e di questo siamo responsabili e a chi ha molto ricevuto, molto gli sarà richiesto: è chiaro. Tutti i doni che abbiamo, e più ne abbiamo, o li usiamo per fare il bene o li usiamo per fare il male, non c’è una soluzione neutra. Penso che questo, testo molto articolato, ci fa vedere che quello che per gli altri è il motivo dell’ansia - la paura della morte: chissà come va a finire – per noi, invece, diventa il motivo di una vita piena nella fiducia perché siamo in attesa dello Sposo.
    Chi ha questa perla preziosa, che poi è la perla preziosa dei Vangeli, che è il tesoro, avrà vita felice, prospera, nell’amore, nella gioia cioè una vita quotidiana diversa,

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48