venerdì 18 ottobre 2019

"CHIUNQUE MI RICONOSCERA' DAVANTI AGLI UOMINI..." Lc 12. 8-12




3 commenti:

  1. Antifona
    Se consideri le colpe, o Signore,
    Signore, chi ti può resistere?
    Con te è il perdono, Dio d’Israele. (Sal 129,3-4)
    Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, o Signore,
    perché, sorretti dal tuo paterno aiuto,
    non ci stanchiamo mai di operare il bene.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Rm 4,13.16-18

    Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede.
    Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono.
    Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza».

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 104 (105)
    R. Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.
    /R. Il Signore è fedele per sempre.
    Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
    figli di Giacobbe, suo eletto.
    È lui il Signore, nostro Dio:
    su tutta la terra i suoi giudizi. R.

    Si è sempre ricordato della sua alleanza,
    parola data per mille generazioni,
    dell’alleanza stabilita con Abramo
    e del suo giuramento a Isacco. R.

    Così si è ricordato della sua parola santa,
    data ad Abramo suo servo.
    Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
    i suoi eletti con canti di gioia. R.


    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Lo Spirito della verità darà testimonianza di me,
    dice il Signore,
    e anche voi date testimonianza. ( Gv 15,26b.27a)

    Alleluia.

    Vangelo
    Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 12,8-12

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
    Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
    Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».

    Parola del Signore.

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      Senza la presenza e l’azione incessante dello Spirito Santo, la Chiesa non potrebbe vivere e non potrebbe realizzare il compito che Gesù risorto le ha affidato di andare e fare discepoli tutti i popoli (Mt 28,18). Evangelizzare è la missione della Chiesa, non solo di alcuni, ma la mia, la tua, la nostra missione. L’Apostolo Paolo esclamava: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1Cor 9,16). Ognuno deve essere evangelizzatore, soprattutto con la vita! Paolo VI sottolineava che «evangelizzare… è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare» (Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 14). Chi è il vero motore dell’evangelizzazione nella nostra vita e nella Chiesa? Paolo VI scriveva con chiarezza: «È lui, lo Spirito Santo che, oggi come agli inizi della Chiesa, opera in ogni evangelizzatore che si lasci possedere e condurre da Lui, che gli suggerisce le parole che da solo non saprebbe trovare, predisponendo nello stesso tempo l’animo di chi ascolta perché sia aperto ad accogliere la Buona Novella e il Regno annunziato» (75). Per evangelizzare, allora, è necessario ancora una volta aprirsi all'orizzonte dello Spirito di Dio, senza avere timore di che cosa ci chieda e dove ci guidi. Affidiamoci a Lui! Lui ci renderà capaci di vivere e testimoniare la nostra fede, e illuminerà il cuore di chi incontriamo. (Udienza Generale, 22 maggio 2013)
      PAROLE DEL SANTO PADRE
      Lo Spirito Santo ci insegna, ci ricorda, e – un altro tratto – ci fa parlare, con Dio e con gli uomini. Non ci sono cristiani muti, muti di anima; no, non c’è posto per questo. Ci fa parlare con Dio nella preghiera (…) E lo Spirito ci fa parlare con gli uomini nel dialogo fraterno. Ci aiuta a parlare con gli altri riconoscendo in loro dei fratelli e delle sorelle (…) Ma c’è di più: lo Spirito Santo ci fa parlare anche agli uomini nella profezia, cioè facendoci “canali” umili e docili della Parola di Dio. (Omelia Pentecoste 8 giugno 2014)

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  2. FAUSTI – Il cristiano è testimone di Cristo davanti agli uomini. Il futuro definitivo dipende dalla nostra testimonianza attuale. Bisogna tener conto del giudizio non dell'uomo, ma del Figlio dell'uomo ; non di quello davanti ai tribunali della terra, ma alla Corte del cielo.
    Luca ha sott'occhio l'esperienza della Chiesa primitiva, chiamata a confessare in un clima di persecuzione. Essa trova la sua forza fissando lo sguardo al cielo, dove è la Gloria di Dio e di Gesù, seduto alla Sua destra.
    Rinnegare Gesù è di chi vuol salvarsi e non sa rinnegare se stesso. E' l'egoismo di chi vuol affermare se stesso. L'ora della prova e della persecuzione evidenzia questo peccato che, più che un'azione, è un modo di vivere. In realtà la testimonianza non è solo la confessione a parole davanti agli altri. E' innanzitutto la croce quotidiana di chi segue il suo Signore.
    Il Gesù terreno è un segno contraddetto, contro il quale parlano i nostri pensieri e le nostre opere. Davanti alla povertà, all'umiliazione,e all'umiltà del Figlio di Dio venuto nella carne, istintivamente ci troviamo dalla parte contraria.
    Il mistero del Figlio dell'uomo che si consegna resta naturalmente nascosto anche ai discepoli ; il Crocifisso è dimenticato teoricamente e praticamente anche dai cristiani (Gal 3,1- Ef 4, 20).
    per questo siamo sempre chiamati a convertirci da “nemici della Croce di Cristo”, dobbiamo diventare come Paolo, che non ritiene di conoscere altro “se non Gesù Cristo, e questi Crocifisso”.
    La non conoscenza del mistero di Gesù sta all'origine di tutti i peccati, personali e collettivi dei credenti.
    Dopo l'illuminazione dello Spirito l'apostasia è la perdita della fede. E' un peccato imperdonabile, non perché Dio non perdoni, ma perché chi lo commette rifiuta di convertirsi..
    E' l'indurimento nella cecità di chi crede di vederci e rifiuta il dono della vista.
    E' il peccato di chi non si riconosce peccatore e bisognoso di perdono (18,9-14)
    E' l'ipocrisia di chi mente per fare bella figura.
    Ci sono i momenti di persecuzione, che la Chiesa ha conosciuto e conoscerà sempre, se sarà fedele al suo Signore. Solo quando gli è infedele, non è perseguitata.
    La pre-occupazione è contraria alla fede, ed è di chi non conosce l'Amore del Signore e crede di doversi salvare da sé.
    Luca ha davanti le difficoltà reali della sua chiesa. In tempo di persecuzione, la salvezza della pelle dipende proprio da “come” e “cosa” rispondi e da ciò che dici.
    Il motivo della fiducia è lo Spirito che Gesù ci ha donato. Egli non solo è la forza per testimoniare, ma è anche Colui che insegna “come” testimoniare (At 4,8 – Gv 14,26).

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48