venerdì 18 ottobre 2019

"GUARDATEVI DAL LIEVITO DEI FARISEI" Lc 12,1-7




4 commenti:

  1. PAROLE DEL SANTO PADRE
    “Non abbiate paura!”. Non dimentichiamo questa parola: sempre, quando noi abbiamo qualche tribolazione, qualche persecuzione, qualche cosa che ci fa soffrire, ascoltiamo la voce di Gesù nel cuore: “Non abbiate paura! Non avere paura, vai avanti! Io sono con te!”. Non abbiate paura di chi vi deride e vi maltratta, e non abbiate paura di chi vi ignora o “davanti” vi onora ma “dietro” combatte il Vangelo (…) Gesù non ci lascia soli perché siamo preziosi per Lui. (Angelus 25 giugno 2017)

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    1. Antifona
      Se consideri le colpe, o Signore,
      Signore, chi ti può resistere?
      Con te è il perdono, Dio d’Israele. ( Sal 129,3-4)

      Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, o Signore,
      perché, sorretti dal tuo paterno aiuto,
      non ci stanchiamo mai di operare il bene.
      Per il nostro Signore Gesù Cristo.

      Prima Lettura
      Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia.
      Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
      Rm 4,1-8

      Fratelli, che diremo di Abramo, nostro progenitore secondo la carne? Che cosa ha ottenuto? Se infatti Abramo è stato giustificato per le opere, ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio.
      Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia.
      A chi lavora, il salario non viene calcolato come dono, ma come debito; a chi invece non lavora, ma crede in Colui che giustifica l'empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia.
      Così anche Davide proclama beato l'uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere:
      «Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate
      e i peccati sono stati ricoperti;
      beato l'uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato!».

      Parola di Dio.

      Salmo Responsoriale
      Dal Sal 31 (32)
      R. Tu sei il mio rifugio, Signore / Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
      Beato l'uomo a cui è tolta la colpa
      e coperto il peccato.
      Beato l'uomo a cui Dio non imputa il delitto
      e nel cui spirito non è inganno. R.

      Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
      non ho coperto la mia colpa.
      Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
      e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. R.

      Rallegratevi nel Signore
      ed esultate, o giusti!
      Voi tutti, retti di cuore,
      gridate di gioia! R.

      Acclamazione al Vangelo
      Alleluia, alleluia.

      Su di noi sia il tuo amore, Signore,
      come da te noi speriamo. (Sal 32 (33),22)

      Alleluia.

      Vangelo
      Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati.
      Dal Vangelo secondo Luca
      Lc 12,1-7

      In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
      «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
      Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
      Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».

      Parola del Signore.

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  2. GESUITI - Questo brano sembra avere, per certi aspetti, sullo sfondo quasi un contesto da giudizio universale, dove si vede qual è il lievito, da quale spirito siamo spinti.
    Insieme a questo quadro però emerge anche la responsabilità dei discepoli. Perché si passa da un contesto scribi e farisei prima, migliaia della folla che si calpestano a vicenda e poi i discepoli.
    . Perché di fronte ai suoi discepoli inizia a dire una cosa: Guardatevi, innanzitutto, dal lievito dei farisei, che è ipocrisia. Vuol dire Gesù che non è una cosa che riguarda solo i farisei, cioè i farisei sono non sono quelli che ho lasciato in quella casa; i farisei sono quelli che ci portiamo dentro, è la malattia della nostra fede. Allora, la prima cosa che Gesù dice ai suoi discepoli è guardatevi, voi.
    È un richiamo alla responsabilità a prendere coscienza di quello che può avvenire in loro. È un riconoscere che tutti siamo insidiati da questo lievito: Guardatevi. Che è ipocrisia.
    Allora, è qualcosa che inganna gli altri, perché io appaio in un modo ma sono in un altro, finalizzo questo essere solo a me e questo tende l’inganno nei confronti degli altri, ma in radice inganno me stesso.
    Questa dissociazione tra dentro e fuori, tra interno e esterno ferisce, innanzitutto, me perché mina in radice la possibilità di essere una persona unificata.
    Se c’è questa separazione tra ciò che mi porto dentro e ciò che faccio apparire fuori, vuol dire che la prima comunione da portare è dentro di me.
    Per lo meno riconoscere questa mia divisione interiore, e consegnarla, perché di fatto questa agisce come lievito.
    Il lievito è qualcosa che non si vede, ma agisce; può agire bene, può agire male.
    . A ribadire come, che siano i farisei, che sia la folla o che siano i suoi discepoli, ciò che è comunque il tratto comune dell’azione di Gesù, è quello di prendersi cura del suo interlocutore e di farlo con un’unica finalità, quello di poter liberarlo da quelli che sono i pregiudizi, le false comprensioni di sé, di Dio, della relazione con gli altri e condurlo verso una vita piena, una vita da risorto.
    “Le cose che avrete detto”, sono le parole che diranno per annunciare il vangelo, queste si compiranno.
    Quello che avrete detto anche nell’oscurità, quello che avrete raccontato nelle cantine, sarà proclamato sui tetti; il vangelo sarà udibile è visibile.
    Avere questa comunione piena tra il dentro e il fuori è il paradiso, è la grazia. Verso questo siamo chiamati a camminare.
    E Gesù dice una cosa, che forse quello che lui cerca nei suoi discepoli è la trasparenza, non cerca chissà quale perfezione. Vediamo che anche i suoi discepoli nel vangelo non è che brillino per chi sa quale qualità.
    Vorrebbero essere chissà chi e non accettano di essere quello che sono.
    La prima cosa sarebbe già questa comunione piena, questa trasparenza piena, innanzitutto, a noi stessi.
    Poi se ci viene data grazia di essere riconosciuti, accolti così come siamo anche da altri, lì sperimentiamo davvero la pienezza di comunione; e se riconosciamo così anche altri.
    Poi questa grande fiducia in quella che sarà la parola dei discepoli:
    “Quello che annuncerete nel segreto sarà pronunciato dai tetti”.
    È come se Gesù di fatto consegnasse ancora una volta, come ha già fatto con quei Dodici e con i Settantadue la parola del vangelo. È vero che il Padre si rivela nel Figlio, però è altrettanto vero che questa verità viene proclamata dai suoi discepoli.
    Gesù affida questa sua parola a questi suoi discepoli, deboli, fragili; consegna questo tesoro in mano loro.
    Non perché è una loro proprietà, ma perché Gesù ama gli uomini e vuole che tutti siano raggiunti da questa parola. I discepoli e coloro che riceveranno questo annuncio potranno essere trasformati da questa parola.
    Non è che i discepoli portano questa parola perché sono già a posto, sono già trasformati da questa parola; no, anche loro sono chiamati a convertirsi

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  3. --->Non si può generare comunione attraverso quella che è la nostra rivalità, la concorrenza, il protagonismo degli uni contro gli altri; lì si genera divisione e la paura genera divisione.
    “Non temete”; vuole infondere fiducia Gesù. Già il fatto di rivolgersi loro con queste parole di amicizia, poi l’invito a non temere.
    Gesù presenta questo come una grande possibilità; è come dire che questa vita non è l'assoluto.
    Tanto è vero che questa vita prima o poi la perdiamo.
    Però, Gesù ci dice che possiamo donarla, così come la riceviamo come un dono, la possiamo vivere come un dono e quindi condividerla, come il segno dei pani ci invitava a fare.
    Gesù dice: Non temete… Vi mostrerò chi temere; chi ha il potere di gettarci nella Geenna; dove venivano bruciate le immondizie, dove c’era il fuoco perpetuo lì attorno a Gerusalemme.
    Lì dobbiamo temere di buttare via la nostra vita, di buttare via la nostra vita, di rendere la nostra vita come immondizia, qualcosa che non val la pena di essere vissuta. Qualcosa che non ci rende contenti, non solo, qualcosa che va a guastare anche la vita degli altri.
    Questo è un passo forte perché è veramente il Signore che si fa prossimo, che si fa compagno del nostro cammino.
    Possiamo consegnare le nostre paure, riconoscere e consegnare.
    Se non le riconosciamo ci giocano comunque, ci dettano le cose da fare e da dire.
    Se le riconosciamo per lo meno un primo passo nella libertà di fronte alle nostre paure l’abbiamo fatto.
    Fondamentalmente, non dimenticatevi che il Signore vi ama, non dimenticatevi. E fa l'esempio dei passeri: Non si vendono cinque passeri per due soldi? Valgono poco. Eppure nemmeno uno di loro è dimenticato al cospetto di Dio. Anche la realtà che ai nostri occhi sembra valere poco, agli occhi di Dio vale molto.
    “Voi valete più di molti passeri”; come se Gesù ci invitasse a tornare su noi stessi avendo guadagnato lo sguardo di Dio su di noi, avendo guadagnato quello che è l'amore del Signore verso di noi. L'ipocrisia di cui parlava prima Gesù, ci vuol fare credere che la potenza è nei muscoli, nella forza e siamo chiamati a garantirci da noi stessi. Gesù dice che la vera potenza, la vera forza sta altrove.
    La nostra forza sta in questo Signore che non si dimentica neppure di un passero: Valete più, di molti passeri.
    Il motivo della nostra gioia non riposa in quello che facciamo, riposa, invece, nello sguardo del Signore su di noi. Questo ci regala la nostra verità, lì possiamo davvero riposare.

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48