sabato 5 ottobre 2019

" I SETTANTADUE TORNARONO PIENI DI GIOIA" Lc 10, 17-20


4 commenti:

  1. Dal libro di Giobbe
    Gb 42,1-3.5-6.12-16

    Giobbe prese a dire al Signore:
    «Comprendo che tu puoi tutto
    e che nessun progetto per te è impossibile.
    Chi è colui che, da ignorante,
    può oscurare il tuo piano?
    Davvero ho esposto cose che non capisco,
    cose troppo meravigliose per me, che non comprendo.
    Io ti conoscevo solo per sentito dire,
    ma ora i miei occhi ti hanno veduto.
    Perciò mi ricredo e mi pento
    sopra polvere e cenere».
    Il Signore benedisse il futuro di Giobbe più del suo passato.
    Così possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine.
    Ebbe anche sette figli e tre figlie. Alla prima mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Argentea.
    In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell’eredità insieme con i loro fratelli.
    Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant’anni e vide figli e nipoti per quattro generazioni.
    Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni.

    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 10,17-24

    In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
    Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
    In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
    E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Anche noi dobbiamo gioire e lodare Dio perché le persone umili e semplici accolgono il Vangelo. Io gioisco quando io vedo questa gente semplice, questa gente umile che va in pellegrinaggio, che va a pregare, che canta, che loda, gente alla quale forse mancano tante cose ma l’umiltà li porta a lodare Dio. Nel futuro del mondo e nelle speranze della Chiesa ci sono sempre i “piccoli”: coloro che non si reputano migliori degli altri, che sono consapevoli dei propri limiti e dei propri peccati, che non vogliono dominare sugli altri, che, in Dio Padre, si riconoscono tutti fratelli. (Udienza generale, Biblioteca del Pal. Apostolico, 13 gennaio 2021)

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  2. FAUSTI – Al ritorno della missione, Gesù ne rivela il senso ultimo. Il cammino è chiaro solo quando è già percorso tutto! Il colore del rientro è la gioia, dono definitivo degli operai!
    Se la messe è molta, ora, nelle valli ammantate di grano, tutto canta e grida di gioia (Sal 65,14).
    La gioia dei discepoli si fa esultanza di Gesù, perché la Sua conoscenza di Figlio è rivelata ai piccoli. Questa esultanza rimbalza poi in beatitudine per i discepoli, perché i loro occhi vedono ciò che i loro orecchi odono : il compimento di ogni promessa e profezia.
    Per tre volte si parla di gioia e per tre motivi.
    In primo luogo i discepoli gioiscono per la vittoria su satana che si compie oggi, nella loro missione.
    La storia presente è sdemonizzata. La lotta escatologica tra Michele e il drago (Dan 12,1-3) avviene già ora nell'opera di Gesù che i discepoli continuano nel Suo Nome e sotto il Suo sguardo.
    In secondo luogo Gesù specifica che la missione non è solo vittoria su satana che precipita dalla sua posizione di dominio.
    E' anche ritorno alla condizione originaria del paradiso, in cui l'uomo riprende il suo ruolo di signore del creato.
    Nessun male, nessun veleno,neanche la morte, può danneggiarlo e avvelenargli la vita (Sap 1,14-2,24).
    In terzo luogo si dice il vero motivo di gioia : la missione non è solo vittoria sul male e ritorno al paradiso perduto. E' soprattutto “iscrizione “ nel libro della vita, che contiene la registrazione del popolo di Dio.
    I nomi di coloro che sono inviati nel Suo Nome e hanno adempiuto la missione , sono a pieno titolo scritti nei cieli, ossia in Dio, come Gesù stesso, il primo inviato.
    Gesù dice ora ai discepoli :”Gioite”, perché sono entrati con Lui in seno al Padre, e possono dire con verità : “Abbà”.
    Fine ultimo della missione è renderci perfetta somiglianza del Figlio.
    Beneficiario dell'invio è l'inviato, che diventa pienamente figlio.
    Per questo, ciascuno secondo la sua chiamata, siamo tutti inviati a testimoniare l'Amore del Padre ai fratelli.

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  3. "Soprattutto un grappolo di perle d'oro che distinguevo con gioia, mi pareva avesse la forma di una T, la facevo vedere a papà e gli dicevo che il mio nome era scritto in cielo" S. Teresina .
    Oggi è la Sua Festa!

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48