domenica 20 ottobre 2019

"MAESTRO, DI' A MIO FRATELLO CHE DIVIDA CON ME L'EREDITÀ "Lc 12,13-21






3 commenti:


  1. PAROLE DEL SANTO PADRE
    E’ Dio, a mettere il limite a questo attaccamento ai soldi. Quando l’uomo diviene schiavo dei soldi. E questa non è una favola che Gesù inventa: questa è la realtà. E’ la realtà di oggi. E’ la realtà di oggi. Tanti uomini che vivono per adorare il denaro, per fare del denaro il proprio dio. Tante persone che vivono soltanto per questo e la vita non ha senso. ‘Così è di chi accumula tesori per sé - dice il Signore - e non si arricchisce presso Dio’: non sanno cosa è arricchirsi presso Dio”. (Santa Marta, 23 ottobre 2017)

    RispondiElimina
  2. Antifona
    Io t’invoco, o Dio, poiché tu mi rispondi;
    tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole.
    Custodiscimi come pupilla degli occhi,
    all’ombra delle tue ali nascondimi. (Sal 16,6.8)


    Colletta
    Dio onnipotente ed eterno,
    donaci di orientare sempre a te la nostra volontà
    e di servirti con cuore sincero.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    È stato scritto anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Rm 4,20-25

    Fratelli, di fronte alla promessa di Dio, Abramo non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
    E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi, ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Lc 1,68-75
    R. Benedetto il Signore, Dio d'Israele, perché ha visitato il suo popolo.
    Ha suscitato per noi un Salvatore potente
    nella casa di Davide, suo servo,
    come aveva detto
    per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo. R.

    Salvezza dai nostri nemici,
    e dalle mani di quanti ci odiano.
    Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
    e si è ricordato della sua santa alleanza. R.

    Del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
    di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
    di servirlo senza timore, in santità e giustizia
    al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. R.


    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Beati i poveri in spirito,
    perché di essi è il regno dei cieli. (Mt 5,3)

    Alleluia.

    Vangelo
    Quello che hai preparato, di chi sarà?
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 12,13-21

    In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
    E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
    Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

    Parola del Signore.

    RispondiElimina
  3. FAUSTI – Questa parabola descrive l'uomo che fa consistere la propria sicurezza nell'accumulo di beni. E' il contrario del discepolo la cui sicurezza è nell'Amore del Padre e dei fratelli. La nostra vita non sta nei beni, ma in Colui che li dona. La Sapienza di Dio ha previsto che la soddisfazione dei bisogni che abbiamo diventi strumento per colmare il bisogno che siamo : la Comunione con il Padre che dona e con i fratelli con cui condividiamo.
    Questo è il regno dei figli, il nostro vero tesoro.
    Luca tratta spesso dei beni materiali come dono del Padre, che tale deve restare nella condivisione con i fratelli.
    Questa lezione è fondamentale già per Israele, ogni volta che se ne dimentica, il giardino torna di nuovo deserto!
    Se fai dipendere la tua vita da ciò che hai, distruggi ciò che sei.
    La vita infatti è dal Padre . Per questo sei figlio Suo e fratello di tutti.
    Se la tua vita è dalle cose, Lui non è più tuo Padre e i fratelli sono tuoi contendenti. E le stesse cose che prima erano da Dio e per te, cambiano valore . Sei tu da loro e per loro e sacrifichi la tua vita a ciò che deve garantirla. Ciò che hai e possiedi, ti dà morte se lo consideri come fine invece che come mezzo.
    Ne sei schiavo , e per quanto tu possieda non sarai mai pieno, perché altro è il pane che ti sazia.
    Per inganno l'uomo ha abbandonato “la sorgente di acqua viva per scavarsi cisterne screpolate, che non tengono l'acqua “(Ger 2,13) , ha posto come principio della propria vita il timore della morte, invece che l'amore del Padre della vita.
    I frutti della terra sono benedizione di Dio. Chi li riceve come dono è benedetto lui stesso.
    Chi li prende come possesso, li taglia dalla loro sorgente ed è maledetto.
    Riceverli come dono significa usarli ricordando che sono del Padre e per tutti i fratelli.
    Quest'amore concreto del Padre e dei fratelli, che si esprime rispettivamente in Lode e in misericordia, è tutta la legge .
    Ogni qualvolta vivrà con spirito di padrone, Israele andrà in esilio.
    L'oblio del dono è la via dell'esilio , il ricordo e la conversione quella del ritorno.
    Mosè mette in guardia il popolo, ammonendolo di non dire mai “è mio” ciò che gli sarà dato nella terra promessa (Dt 8,7-20).
    Chi vuol possedere è in realtà posseduto da ciò che possiede.
    Non è più libero, ma schiavo.
    Come per Adamo lo stare nel giardino è legato all'obbedienza a Dio, così per Israele lo stare nella terra promessa è legato in concreto al non impadronirsi del dono.
    Il destino dell'uomo dipende dall'uso corretto delle creature : o sono mezzi per amare Dio e il prossimo, che significa ringraziare e condividere, o diventano fine e surrogato di Dio, che significa possederle e accumularle.
    Il possesso è contrario al ringraziare , ed è contro Dio ; l'accumulo è contrario alla condivisione ed è contro gli uomini.
    Dio ha ordinato di non possedere e di non accumulare, bensì di ringraziare del dono e condividere. L'obbedienza a questa Sua Parola introduce nel riposo (= terra promessa) dove si mangia (=vive) , si beve(=ama) e si gioisce , perché nel soddisfare i bisogni primari si soddisfa anche l'essenziale : l'amore del Padre e dei fratelli !.
    Dall'uso delle cose materiali deriva la realizzazione o il fallimento dell'uomo.
    Questa coscienza è spesso falsata in noi perché, idolatrando le cose , non le poniamo in discussione, e pensiamo che la salvezza si giochi su altri fronti, più “spirituali”. Il mio limite mi porta a conoscermi in verità e a demistificare ogni ipocrisia. O mi accetto da Dio e per Dio come Sua creatura , o sono disperato!
    Nessuna cosa che ho copre la mia nudità e sazia il mio bisogno di vita.
    La coscienza della morte mi mostra il mio essere profondo : la mia solitudine assoluta davanti a Lui, che può essere colmata solo da Lui, mio riposo, mio cibo, mia bevanda e mia gioia!

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48