lunedì 21 ottobre 2019

"SIATE PRONTI, CON LE VESTI STRETTE AI FIANCHI E LE LAMPADE ACCESE" Lc 12,35-38


3 commenti:

  1. Antifona
    Io t’invoco, o Dio, poiché tu mi rispondi;
    tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole.
    Custodiscimi come pupilla degli occhi,
    all’ombra delle tue ali nascondimi. (Sal 16,6.8)

    Dio onnipotente ed eterno,
    donaci di orientare sempre a te la nostra volontà
    e di servirti con cuore sincero.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Se per la caduta di uno solo la morte ha regnato, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.

    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Rm 5,12-15b.17-19.20b-21

    Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata anche la morte, poiché tutti hanno peccato, molto più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
    Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.
    Ma dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia. Di modo che, come regnò il peccato nella morte, così regni anche la grazia mediante la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 39 (40)
    R. Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
    Sacrificio e offerta non gradisci,
    gli orecchi mi hai aperto,
    non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
    Allora ho detto: «Ecco, io vengo. R.

    Nel rotolo del libro su di me è scritto
    di fare la tua volontà:
    mio Dio, questo io desidero;
    la tua legge è nel mio intimo». R.

    Ho annunciato la tua giustizia
    nella grande assemblea;
    vedi: non tengo chiuse le labbra,
    Signore, tu lo sai. R.

    Esultino e gioiscano in te
    quelli che ti cercano;
    dicano sempre: «Il Signore è grande!»
    quelli che amano la tua salvezza. R.


    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Vegliate in ogni momento pregando,
    perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo. (Lc 21,36)

    Alleluia.

    Vangelo
    Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 12,35-38

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
    Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
    E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

    Parola del Signore.

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      E noi possiamo farci la domanda: ‘Io vigilo su di me, sul mio cuore, sui miei sentimenti, sui miei pensieri? Custodisco il tesoro della grazia? Custodisco la presenza dello Spirito Santo in me? O lascio così, sicuro, credo che vada bene?’ Ma se tu non custodisci, viene quello che è più forte di te. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. La vigilanza! La vigilanza sul nostro cuore, perché il demonio è astuto. Mai è scacciato via per sempre! Soltanto l’ultimo giorno lo sarà.
      (Santa Marta, 11 ottobre 2013)
      «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese» (v. 35). Questa è la modalità. Anzitutto «le vesti strette ai fianchi», un’immagine che richiama l’atteggiamento del pellegrino, pronto per mettersi in cammino. Si tratta di non mettere radici in comode e rassicuranti dimore, ma di abbandonarsi, di essere aperti con semplicità e fiducia al passaggio di Dio nella nostra vita, alla volontà di Dio, che ci guida verso la meta successiva. (…) E poi (…) ci è richiesto di mantenere «le lampade accese», per essere in grado di rischiarare il buio della notte. Siamo invitati, cioè, a vivere una fede autentica e matura, capace di illuminare le tante “notti” della vita. Lo sappiamo, tutti abbiamo avuto giorni che erano vere notti spirituali. La lampada della fede richiede di essere alimentata di continuo, con l’incontro cuore a cuore con Gesù nella preghiera e nell’ascolto della sua Parola. (…) E Gesù, per farci capire questo atteggiamento, racconta la parabola dei servitori che attendono il ritorno del padrone quando torna dalle nozze (vv. 36-40), presentando così un altro aspetto della vigilanza: essere pronti per l’incontro ultimo e definitivo col Signore. Ognuno di noi si incontrerà, si troverà in quel giorno dell’incontro. Ognuno di noi ha la propria data dell’incontro definitivo. Dice il Signore: «Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; … E, se giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!» (vv. 37-38). Con queste parole, il Signore ci ricorda che la vita è un cammino verso l’eternità; pertanto, siamo chiamati a far fruttificare tutti i talenti che abbiamo, senza mai dimenticare che «non abbiamo qui la città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura» (Eb 13,14). In questa prospettiva, ogni istante diventa prezioso, per cui bisogna vivere e agire su questa terra avendo la nostalgia del cielo: i piedi sulla terra, camminare sulla terra, lavorare sulla terra, fare il bene sulla terra, e il cuore nostalgico del cielo. (Angelus, domenica 11 agosto 2019)

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  2. FAUSTI – L'esistenza cristiana è attesa di Colui che deve tornare . Lo Sposo! Il discepolo non ha qui la sua patria. La casa della sua nostalgia è altrove.
    Straniero e pellegrino sulla terra, non ha quaggiù una città stabile, ma cerca quella futura,(Eb13,14) dove sta Colui che attende (Fil 3,20)..
    La comunità di Luca è cosciente che il Signore non verrà tanto presto.
    Il momento del Suo ritorno sarà la notte, figura della morte personale, anticipo della notte cosmica.
    Ma il tempo dell'attesa non è vuoto. E' il tempo della salvezza , in cui la chiesa testimonia il suo Signore davanti a tutto il mondo. La sua salvezza è affidata ormai alla responsabilità dei credenti.
    La storia diventa il luogo della decisione e della conversione, della vigilanza e della fedeltà alla Parola, che ci trasforma a immagine del Figlio.
    La nostra vigilanza non è uno scrutare nel buio.
    E' un tenere accesa davanti al mondo la Luce del Signore, continuando la Sua missione tra i fratelli, con la tenuta da lavoro , di servizio e di viaggio, prescritta per la cena pasquale.
    Infatti il cammino dell'Esodo si realizza nel lavoro e nel servizio quotidiano di chi, celebrando l'Eucaristia, è associato al mistero del suo Signore, che si fece servo dei fratelli.
    Questo è l'atteggiamento corretto per attendere il Signore.
    Non c'è da guardare in cielo, ma da testimoniarlo sulla terra.
    La missione del Signore diventa la stessa del discepolo! Ciò che Gesù fece e insegnò , è quanto egli impara e fa, insegnandolo ai fratelli.
    La beatitudine del regno è qui quella di chi conduce una vita pasquale.
    La sua sorgente è l'Eucaristia, dove la Storia di Gesù si fa nostro presente e ci rapisce nel nostro futuro.
    Chi non conosce il Signore cerca la beatitudine in ciò che possiede.
    Il discepolo sa che la sua vita è il Signore, che per lui si fa riposo, cibo e bevanda, gaudio.
    Quando camminiamo come Lui ha camminato, prestiamo i piedi al Suo Ritorno.

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48