domenica 17 novembre 2019

"UN NOTABILE LO INTERROGO' : - MAESTRO BUONO...-" Lc 18, 18-30


2 commenti:

  1. VANGELO DI LUCA 18, 18 - 30
    "Un notabile lo interrogò: «Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?». 19.Gesù gli rispose: «Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio. 20.Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre». 21.Costui disse: «Tutto questo l'ho osservato fin dalla mia giovinezza». 22.Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi». 23.Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco. 24.Quando Gesù lo vide, disse: «Quant'è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio. 25.E' più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!». 26.Quelli che ascoltavano dissero: «Allora chi potrà essere salvato?». 27.Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio». 28.Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito». 29.Ed egli rispose: «In verità vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, 30.che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà»."

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  2. FAUSTI – Tratta del problema fondamentale dell'uomo: la salvezza in rapporto alla sua libera azione.
    E' la domanda delle folle al Battista , che sarà fatta anche a Pietro il giorno della Pentecoste .
    La stessa domanda fu già posta dal legista (10,25), dopo la rivelazione della paternità di Dio nel Figlio.
    Da quel momento a qui è una grande inclusione che fa di tutto il cammino di Gesù una spiegazione sul “che fare” per ereditare la vita eterna : bisogna poter dire :”Abbà!”.
    Ma noi siamo troppo ricchi e grandi.
    A chi gli chiede “Che fare” Gesù risponde che si deve “disfare” di tutto ciò che ha accumulato in beni materiali e spirituali per vivere di grazia a e dono :”Chi non avrà accolto il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso”.
    Il racconto vuole immedesimarci con il ricco, per farci constatare che ci è impossibile salvarci.
    Egli è il contrario dei piccoli del brano precedente.
    Questi non hanno e non sono nulla, e ricevono tutto ciò che hanno e che sono dal Padre, sono appunto Suoi figli.
    Lui invece ha tanto ed è tanto : è ricco e notabile,e riceve da mammona quanto ha ed è.
    In questo brano Gesù parla solo del secondo comandamento, l'amore del prossimo, tralasciando il primo, l'amore di Dio.
    Questo ormai si realizza lasciando tutto per seguire Lui.
    A chi osserva il secondo , manca ancora una cosa, la principale, per avere la vita : amare Gesù ed essere con Lui e come Lui. Solo così eredita la vita.
    Questo ricco notabile è simile a chi lavora e suda nel campo, senza avere la gioia di trovare il tesoro.(Mt 13,44).
    Gesù vuole illuminarlo perché si accorga di avere davanti il Tesoro che sta cercando.
    Il brano si divide in tre parti .
    La prima sulla necessità della povertà per ereditare la vita del Padre, bisogna essere come Gesù, il Figlio, povero e misericordioso.
    Il regno di Dio è del povero, appunto perché è quello del Figlio, che tutto riceve dal Padre.
    La seconda è sull'impossibilità della povertà : la ricchezza ci impedisce l'ingresso nel Regno.
    La terza è su ciò che rende possibile questa povertà : la scoperta del Tesoro vero – ricchezza
    presente e futura – per la gioia del quale si lascia tutto.

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48