mercoledì 6 novembre 2019

"UNA FOLLA IMMENSA ANDAVA CON GESU'..." Lc 14, 25-33








2 commenti:

  1. Prima Lettura
    Pienezza della Legge è la carità.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
    Rm 13,8-10

    Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge.
    Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso».
    La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Salmo 111 (112)
    R. Felice l’uomo pietoso, che dona ai poveri.
    Beato l’uomo che teme il Signore
    e nei suoi precetti trova grande gioia.
    Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
    la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. R.

    Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
    misericordioso, pietoso e giusto.
    Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
    amministra i suoi beni con giustizia. R.

    Egli dona largamente ai poveri,
    la sua giustizia rimane per sempre,
    la sua fronte s’innalza nella gloria. R.


    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo,
    perché lo Spirito di Dio riposa su di voi. (1Pt 4,14)

    Alleluia.


    Vangelo
    Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 14,25-33

    In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
    «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
    Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
    Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
    Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

    Parola del Signore.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Il discepolo di Gesù rinuncia a tutti i beni perché ha trovato in Lui il Bene più grande, nel quale ogni altro bene riceve il suo pieno valore e significato: i legami familiari, le altre relazioni, il lavoro, i beni culturali ed economici e così via… Il cristiano si distacca da tutto e ritrova tutto nella logica del Vangelo, la logica dell’amore e del servizio. (Angelus, 8 settembre 2013)

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  2. FAUSTI – Nel brano precedente si dice che gli invitati sono i poveri e gli esclusi. A loro spetta il Regno, perché sono come Gesù. Ora si dice al discepolo di vedere bene se si trova tra quelli, perché, per stare con Lui, è necessario scegliere il Suo stesso posto.
    Per questo a chi non lascia tutto , ripete per ben tre volte “non può essere mio discepolo!”.
    Il Regno è offerto gratis. Ci sono però delle condizioni per accoglierlo.
    La porta è stretta. Tutti siamo troppo gonfi per entrarci!
    Davanti alle richieste di Gesù nessuno è grado di farcela.
    Luca vuol renderci coscienti della nostra incapacità , in modo che, disperando di noi, speriamo in Lui!Queste parole sono una puntura che ci trafigge : sgonfiandoci di ogni presunzione, ci rende umili, poveri e mendicanti, perchè gridiamo verso di Lui, come il cieco di Gerico.
    La nostra unica possibilità di essere discepoli è la confessata impossibilità : “Quando sono debole, è allora che sono forte” (S. Paolo 2 Cor 12,10) : forte della forza di Colui che mi conforta e mi rende tutto possibile(Fil 4,13).
    La povertà, che Gesù chiede, non è stoica; è motivata dall'amore per Lui. Tocca tutti i livelli ed è l'unica virtù che, quanto più è materiale, tanto più è spirituale!
    Ma solo se è dettata dall'amore e non indurisce verso gli altri.
    La povertà comporta umiliazione e porta all'umiltà. Pur essendo in sé maledizione e privazione, diventa scelta cordiale e necessaria per il discepolo che vuol stare col Signore.
    Le esigenze del discepolato sono : odio verso ciò che è caro, amore verso ciò che è odioso al mondo, per andare dietro a Gesù, prudente valutazione di chi non vuol restare a metà dell'impresa o venire sconfitto e saggia follia di uno che trova la sua forza nel perdere tutto.
    Diversamente si è come sale sciocco . inservibile, irrecuperabile, da buttare.
    Siamo nel cuore della catechesi lucana , che si snoda nel viaggio dalla Samaria a Gerusalemme. Se le cose stanno così, chi salirà il monte del Signore? (Sl 24,3).
    Chi raggiungerà un'intimità tale col suo Signore che per lui diventi padre, madre,moglie, fratello, sorella e ogni bene?. Chi decide evangelicamente di abbandonare tutto per scegliere il Regno?
    La forza di tale decisione è l'amore di chi è stato conquistato da Lui, e giunge a un'unione appagante con Lui, in cui trova ogni delizia.
    Egli diviene l'Unico, il Solo ; il resto non ha più sapore.

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48