domenica 10 novembre 2019

GLI APOSTOLI DISSERO AL SIGNORE "ACCRESCI IN NOI LA FEDE!" Lc 17, 1-6





4 commenti:

  1. Antifona
    Giunga fino a te la mia preghiera,
    tendi l’orecchio alla mia supplica, Signore. (Sal 87,3)


    Colletta
    Dio onnipotente e misericordioso,
    allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te,
    perché, nella serenità del corpo e dello spirito,
    possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    La sapienza è uno spirito che ama l'uomo. Lo spirito del Signore riempie la terra.
    Dal libro della Sapienza
    Sap 1,1-7

    Amate la giustizia, voi giudici della terra,
    pensate al Signore con bontà d'animo
    e cercatelo con cuore semplice.
    Egli infatti si fa trovare da quelli che non lo mettono alla prova,
    e si manifesta a quelli che non diffidano di lui.
    I ragionamenti distorti separano da Dio;
    ma la potenza, messa alla prova, spiazza gli stolti.
    La sapienza non entra in un'anima che compie il male
    né abita in un corpo oppresso dal peccato.
    Il santo spirito, che ammaestra, fugge ogni inganno,
    si tiene lontano dai discorsi insensati
    e viene scacciato al sopraggiungere dell'ingiustizia.
    La sapienza è uno spirito che ama l'uomo,
    e tuttavia non lascia impunito il bestemmiatore per i suoi discorsi,
    perché Dio è testimone dei suoi sentimenti,
    conosce bene i suoi pensieri
    e ascolta ogni sua parola.
    Lo spirito del Signore riempie la terra
    e, tenendo insieme ogni cosa, ne conosce la voce.

    Parola di Dio.





    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 138 (139)
    R. Guidami, Signore, per una via di eternità.
    Signore, tu mi scruti e mi conosci,
    tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
    intendi da lontano i miei pensieri,
    osservi il mio cammino e il mio riposo,
    ti sono note tutte le mie vie. R.

    La mia parola non è ancora sulla lingua
    ed ecco, Signore, già la conosci tutta.
    Alle spalle e di fronte mi circondi
    e poni su di me la tua mano.
    Meravigliosa per me la tua conoscenza,
    troppo alta, per me inaccessibile. R.

    Dove andare lontano dal tuo spirito?
    Dove fuggire dalla tua presenza?
    Se salgo in cielo, là tu sei;
    se scendo negli inferi, eccoti. R.

    Se prendo le ali dell'aurora
    per abitare all'estremità del mare,
    anche là mi guida la tua mano
    e mi afferra la tua destra. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Risplendete come astri nel mondo,
    tenendo salda la parola di vita. (Fil 2,15d.16a)

    Alleluia.

    Vangelo
    Se sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 17,1-6

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
    Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: "Sono pentito", tu gli perdonerai».
    Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: "Sràdicati e vai a piantarti nel mare", ed esso vi obbedirebbe».

    Parola del Signore.

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    1. PAROLE DEL SANTO PADRE
      “Il seme della senape è piccolissimo, però Gesù dice che basta avere una fede così, piccola, ma vera, sincera, per fare cose umanamente impossibili, impensabili. Ed è vero! Tutti conosciamo persone semplici, umili, ma con una fede fortissima, che davvero spostano le montagne! Pensiamo, per esempio, a certe mamme e papà che affrontano situazioni molto pesanti; o a certi malati, anche gravissimi, che trasmettono serenità a chi li va a trovare. Quanta gente tra noi ha questa fede forte, umile, e che fa tanto bene!” (Angelus 6 ottobre 2013)
      - Quando non c’è la coerenza cristiana e si vive con questa incoerenza, si fa lo scandalo. E i cristiani che non sono coerenti fanno lo scandalo. Se tu ti trovi davanti – figuriamoci! – davanti un ateo e ti dice che non crede in Dio, tu puoi leggergli tutta una biblioteca, dove si dice che Dio esiste e anche provare che Dio esiste, e lui non avrà fede. Ma se davanti a questo ateo tu dai testimonianza di coerenza di vita cristiana, qualcosa incomincerà a lavorare nel suo cuore. Sarà proprio la testimonianza tua quella che a lui porterà questa inquietudine sulla quale lavora lo Spirito Santo. E’ una grazia che tutti noi, tutta la Chiesa deve chiedere: ‘Signore, che siamo coerenti’”. Tutti siamo peccatori, tutti, ma tutti abbiamo la capacità di chiedere perdono. E Lui mai si stanca di perdonare! Avere l’umiltà di chiedere perdono: ‘Signore, non sono stato coerente qui. Perdono!’. Andare avanti nella vita con coerenza cristiana, con la testimonianza di quello che crede in Gesù Cristo, che sa che è peccatore, ma che ha il coraggio di chiedere perdono quando sbaglia e che ha tanta paura di scandalizzare. Il Signore ci dia questa grazia a tutti noi”. (Omelia da Santa Marta, 27 febbraio 2014)

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  2. FAUSTI - Gesù esprime dolore per chi scandalizza. Il male ricadrà tutto sulla Sua croce, doloroso e scandaloso “ahimè “ di Dio per il male dell'uomo.
    E' una messa in guardia , che mostra la perniciosità dello scandalo, difficilmente avvertita da chi lo dà.
    Riguarda infatti il male dell'altro, al quale siamo meno sensibili che al nostro. In realtà se fare del bene al fratello ci dà la vita, perché ci rende simili a Dio, fargli del male è vero suicidio, perché ci rende dissimili da Lui.
    La nostra vita infatti è essere come Lui. Gesù ci dà un esempio di correzione fraterna nei confronti di chi scandalizza : dice che Dio lo accetta come è, senza condizioni, e contemporaneamente ne denuncia il male.
    La libertà non deve ledere la coscienza altrui ; sia sempre guidata dalla carità. Senza misericordia la libertà può diventare scandalo e la verità semplice condanna.
    Il cristiano non è mai perfetto e la salvezza è un esercizio costante di misericordia in una situazione in cui perdura la miseria.
    La vera comunità cristiana non è dove non si pecca, ma dove si perdona.
    Gli Apostoli sono i discepoli che , avendo imparato dal maestro, ricevono il Suo stesso incarico : sono inviati a portare la Misericordia del Signore oltre la cerchia della comunità, fino agli estremi confini della terra.
    Gli Apostoli si sentono inadeguati al loro compito, perché di poca fede.
    La fede è l'esperienza personale della Misericordia del Padre, origine della missione ai fratelli.
    Va chiesta come il pane quotidiano e il perdono. Dopo la preghiera :”Insegnaci a pregare” (11,1),
    questa è la preghiera tipica del credente , soprattutto dell'Apostolo: ”Aggiungici fede!”.
    Con essa si ottiene tutto. Tutto infatti è possibile per chi crede , perché nulla è impossibile a Dio (1,37).
    Il Signore spiega che la fede è come un seme piccolo, ma con forza vitale e tale da spostare un albero nel mare.
    Per essa S. Paolo dice : “Tutto posso in Colui che mi dà forza” (Fil 4,13) perché la mia impotenza si riempie della potenza stessa di Dio.
    Credere è smettere di confidare in sé e lasciare che sia Lui ad agire.
    Per questo “quando sono debole, è allora che son forte” (S. Paolo 2 Cor.12,10).
    Si passa ora dalla fede personale dell'Apostolo al suo lavoro apostolico di annuncio agli altri.
    Egli è paragonato al servo, o meglio, allo schiavo, perché non appartiene a sé.
    Questa sua schiavitù è la realizzazione più alta della libertà di amare : lo rende simile al suo Signore, tutto del Padre e dei fratelli.
    Come lo schiavo appartiene al suo padrone che lo schiavizza, così l'Apostolo al suo Signore che gli dà la libertà di essere come Lui, suo collaboratore, associato al suo ministero.
    Questa schiavitù per amore è la liberazione totale dall'egoismo :
    “Voi , infatti, fratelli, siete chiamati a libertà” e questa non consiste nel vivere secondo l'egoismo, ma nell'essere, mediante la carità, schiavi gli uni degli altri.

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48