Antifona Non abbandonarmi, Signore, mio Dio, da me non stare lontano; vieni presto in mio aiuto, o Signore, mia salvezza. (Sal 37,22-23)
Colletta Dio onnipotente e misericordioso, tu solo puoi dare ai tuoi fedeli il dono di servirti in modo lodevole e degno; fa’ che corriamo senza ostacoli verso i beni da te promessi. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Siamo membra gli uni degli altri. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 12,5-16a
Fratelli, noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità. Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Sal 130 (131) R. Custodiscimi, Signore, nella pace. Signore, non si esalta il mio cuore né i miei occhi guardano in alto; non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me. R.
Io invece resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. R.
Israele attenda il Signore, da ora e per sempre. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro, dice il Signore. (Mt 11,28)
Alleluia.
Vangelo Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Dal Vangelo secondo Luca Lc 14,15-24
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
PAROLE DEL SANTO PADRE Nonostante le mancate adesioni dei chiamati, il progetto di Dio non si interrompe. Di fronte al rifiuto dei primi invitati Egli non si scoraggia, non sospende la festa, ma ripropone l’invito allargandolo oltre ogni ragionevole limite e manda i suoi servi nelle piazze e ai crocicchi delle strade a radunare tutti quelli che trovano. Si tratta di gente qualunque, poveri, abbandonati e diseredati, addirittura buoni e cattivi – anche i cattivi sono invitati – senza distinzione. E la sala si riempie di “esclusi”. Il Vangelo, respinto da qualcuno, trova un’accoglienza inaspettata in tanti altri cuori. (Angelus, 12 ottobre 2014)
PAROLE DEL SANTO PADRE Se l’invito fosse stato, per esempio: ‘Venite, che ho due o tre amici affaristi che vengono da un altro Paese, possiamo fare qualcosa insieme’, sicuramente nessuno si sarebbe scusato. Ma quello che spaventava loro, era la gratuità. Essere uno come gli altri, lì … Proprio l’egoismo, essere al centro di tutto … E’ tanto difficile ascoltare la voce di Gesù, la voce di Dio, quando uno gira intorno a se stesso: non ha orizzonte, perché l’orizzonte è lui stesso. E dietro a questo c’è un’altra cosa, più profonda: c’è la paura della gratuità. Abbiamo paura della gratuità di Dio. E’ tanto grande che ci fa paura. […] Siamo più sicuri nei nostri peccati, nei nostri limiti, ma, siamo a casa nostra; ma uscire da casa nostra per andare all’invito di Dio, a casa di Dio, con gli altri? No. Ho paura. E tutti noi cristiani abbiamo questa paura: nascosta, dentro … ma non troppo. Cattolici, ma non troppo. Fiduciosi nel Signore, ma non troppo. Questo ‘ma non troppo’, segna la nostra vita, ci fa piccoli… (Omelia da Santa Marta, 4 novembre 2014)
FAUSTI – Gesù, invitato a mangiare dal fariseo, cerca di guarirlo dall'idropisia, perché accetti il Suo invito al banchetto del regno. L'insegnamento è rivolto al fariseo che si annida nel discepolo, perché il suo “mangiare pane” di sabato diventi un “mangiare pane nel Regno di Dio”. Tutto questo capitolo ha come sfondo ciò che Gesù ha fatto nell'Ultima Cena : Lui ha scelto l'ultimo posto e noi, scegliendo gli ultimi, scegliamo Lui! Ora si dice perché Dio sceglie gli ultimi : mentre i primi rifiutano, essi sono quelli che accettano l'invito. La porta del banchetto, stretta e chiusa per il sazio, è larga e aperta per il disgraziato che ha fame. Ma il banchetto è imbandito e deve essere goduto. Se il primo chiamato, l'Israele della legge, non viene, accetteranno gli ultimi e gli impediti, ai quali Gesù rivolge le Sue cure. Siccome c'é ancora posto, l'invito sarà esteso ai pagani. Nelle tre chiamate sono da vedere i tre momenti della storia della salvezza. Primo è il tempo della legge che non salva nessuno, ma porta al Signore, mostrando il peccato. Secondo è il tempo di Gesù, molto breve, che conduce alla salvezza gli impediti. Terzo è il tempo della Chiesa, in cui gli esclusi, cioè i pagani, sono forzati a entrare. Così si rivela il mistero di Dio, Padre di tutti, che tutti vuole salvi. C'è come un crescendo nella Sua azione d'Amore, che risponde al rifiuto con un'insistenza maggiore nell'offerta. Il banchetto del regno è la salvezza. Alla domanda se pochi son salvati, Gesù risponde che tutti son chiamati, e in tre tempi diversi. Nella casa del Padre c'è sempre posto, fino a quando tutti i Suoi figli non sono a mensa. Per questo, rispetto ai primi che hanno rifiutato, saranno altri quelli che accettano. I primi entreranno nel banchetto quando si sentiranno impediti ed esclusi dal loro rifiuto, nella stessa condizione degli ultimi. La porta della salvezza è stretta e vi passa solo chi ha lo spirito di umiltà e di gratuità, è la medicina che sgonfia dall'idropisia il fariseo e concede il titolo a mangiare il pane del Regno. Questo Pane è una chiara allusione all'Eucaristia, che la Comunità dei poveri celebra con gioia e semplicità di cuore.E' la beatitudine degli invitati a nozze dell'Agnello (Ap 19,9). Questa parabola ci lascia intravedere il dramma del Padre, origine della missione del Figlio e della Chiesa, tre volte rifiutato, tre volte allarga l'invito. Fino a quando manca un figlio,la Sua Casa è vuota, perché manca il Primo che si è fatto ultimo di tutti. E vuole che la Sua Casa sia piena.
Antifona
RispondiEliminaNon abbandonarmi, Signore, mio Dio,
da me non stare lontano;
vieni presto in mio aiuto,
o Signore, mia salvezza. (Sal 37,22-23)
Colletta
Dio onnipotente e misericordioso,
tu solo puoi dare ai tuoi fedeli
il dono di servirti in modo lodevole e degno;
fa’ che corriamo senza ostacoli verso i beni da te promessi.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Siamo membra gli uni degli altri.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 12,5-16a
Fratelli, noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri.
Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.
La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Sal 130 (131)
R. Custodiscimi, Signore, nella pace.
Signore, non si esalta il mio cuore
né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi
né meraviglie più alte di me. R.
Io invece resto quieto e sereno:
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. R.
Israele attenda il Signore,
da ora e per sempre. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore. (Mt 11,28)
Alleluia.
Vangelo
Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,15-24
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
EliminaNonostante le mancate adesioni dei chiamati, il progetto di Dio non si interrompe. Di fronte al rifiuto dei primi invitati Egli non si scoraggia, non sospende la festa, ma ripropone l’invito allargandolo oltre ogni ragionevole limite e manda i suoi servi nelle piazze e ai crocicchi delle strade a radunare tutti quelli che trovano. Si tratta di gente qualunque, poveri, abbandonati e diseredati, addirittura buoni e cattivi – anche i cattivi sono invitati – senza distinzione. E la sala si riempie di “esclusi”. Il Vangelo, respinto da qualcuno, trova un’accoglienza inaspettata in tanti altri cuori. (Angelus, 12 ottobre 2014)
PAROLE DEL SANTO PADRE
EliminaSe l’invito fosse stato, per esempio: ‘Venite, che ho due o tre amici affaristi che vengono da un altro Paese, possiamo fare qualcosa insieme’, sicuramente nessuno si sarebbe scusato. Ma quello che spaventava loro, era la gratuità. Essere uno come gli altri, lì … Proprio l’egoismo, essere al centro di tutto … E’ tanto difficile ascoltare la voce di Gesù, la voce di Dio, quando uno gira intorno a se stesso: non ha orizzonte, perché l’orizzonte è lui stesso. E dietro a questo c’è un’altra cosa, più profonda: c’è la paura della gratuità. Abbiamo paura della gratuità di Dio. E’ tanto grande che ci fa paura. […]
Siamo più sicuri nei nostri peccati, nei nostri limiti, ma, siamo a casa nostra; ma uscire da casa nostra per andare all’invito di Dio, a casa di Dio, con gli altri? No. Ho paura. E tutti noi cristiani abbiamo questa paura: nascosta, dentro … ma non troppo. Cattolici, ma non troppo. Fiduciosi nel Signore, ma non troppo. Questo ‘ma non troppo’, segna la nostra vita, ci fa piccoli… (Omelia da Santa Marta, 4 novembre 2014)
FAUSTI – Gesù, invitato a mangiare dal fariseo, cerca di guarirlo dall'idropisia, perché accetti il Suo invito al banchetto del regno.
RispondiEliminaL'insegnamento è rivolto al fariseo che si annida nel discepolo, perché il suo “mangiare pane” di sabato diventi un “mangiare pane nel Regno di Dio”.
Tutto questo capitolo ha come sfondo ciò che Gesù ha fatto nell'Ultima Cena : Lui ha scelto l'ultimo posto e noi, scegliendo gli ultimi, scegliamo Lui!
Ora si dice perché Dio sceglie gli ultimi : mentre i primi rifiutano, essi sono quelli che accettano l'invito.
La porta del banchetto, stretta e chiusa per il sazio, è larga e aperta per il disgraziato che ha fame.
Ma il banchetto è imbandito e deve essere goduto. Se il primo chiamato, l'Israele della legge, non viene, accetteranno gli ultimi e gli impediti, ai quali Gesù rivolge le Sue cure.
Siccome c'é ancora posto, l'invito sarà esteso ai pagani.
Nelle tre chiamate sono da vedere i tre momenti della storia della salvezza.
Primo è il tempo della legge che non salva nessuno, ma porta al Signore, mostrando il peccato.
Secondo è il tempo di Gesù, molto breve, che conduce alla salvezza gli impediti.
Terzo è il tempo della Chiesa, in cui gli esclusi, cioè i pagani, sono forzati a entrare.
Così si rivela il mistero di Dio, Padre di tutti, che tutti vuole salvi.
C'è come un crescendo nella Sua azione d'Amore, che risponde al rifiuto con un'insistenza maggiore nell'offerta.
Il banchetto del regno è la salvezza. Alla domanda se pochi son salvati, Gesù risponde che tutti son chiamati, e in tre tempi diversi.
Nella casa del Padre c'è sempre posto, fino a quando tutti i Suoi figli non sono a mensa.
Per questo, rispetto ai primi che hanno rifiutato, saranno altri quelli che accettano. I primi entreranno nel banchetto quando si sentiranno impediti ed esclusi dal loro rifiuto, nella stessa condizione degli ultimi.
La porta della salvezza è stretta e vi passa solo chi ha lo spirito di umiltà e di gratuità, è la medicina che sgonfia dall'idropisia il fariseo e concede il titolo a mangiare il pane del Regno.
Questo Pane è una chiara allusione all'Eucaristia, che la Comunità dei poveri celebra con gioia e semplicità di cuore.E' la beatitudine degli invitati a nozze dell'Agnello (Ap 19,9).
Questa parabola ci lascia intravedere il dramma del Padre, origine della missione del Figlio e della Chiesa, tre volte rifiutato, tre volte allarga l'invito.
Fino a quando manca un figlio,la Sua Casa è vuota, perché manca il Primo che si è fatto ultimo di tutti. E vuole che la Sua Casa sia piena.