venerdì 22 novembre 2019

"E' LECITO A NOI DARE IL TRIBUTO A CESARE, O NO?" Lc 20,20-26


2 commenti:

  1. Vangelo di Luca, 20 , 20-26
    "Postisi in osservazione, mandarono informatori, che si fingessero persone oneste, per coglierlo in fallo nelle sue parole e poi consegnarlo all'autorità e al potere del governatore. 21.Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni secondo verità la via di Dio. 22.E' lecito che noi paghiamo il tributo a Cesare?». 23.Conoscendo la loro malizia, disse: 24.«Mostratemi un denaro: di chi è l'immagine e l'iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». 25.Ed egli disse: «Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». 26.Così non poterono coglierlo in fallo davanti al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero."

    RispondiElimina
  2. Fausti – Luca non si aspetta un imminente ritorno del Signore. Sa che il credente deve testimoniarlo qui e ora, facendo i conti con una storia che continua come prima. Per questo gli sta a cuore sapere quale rapporto deve avere col mondo uno che vive in esso senza appartenere ad esso. Trova i criteri di discernimento in ciò che Gesù ha fatto e insegnato.
    Per capire la domanda di questi infiltrati, occorre tener presenti due fatti.
    Primo : nell'attesa di tutti il Messia avrebbe inaugurato il regno di Dio e posto fine a ogni dominazione umana.
    Secondo . Pagare il tributo significava accettare la oppressione straniera.
    Il potere di un re si estende fin dove vale la sua moneta . Chi la usa, ne riconosce l'autorità. Quindi, se Gesù avesse detto di pagare il tributo, avrebbe rinnegato di essere il Messia,perdendo il favore del popolo.
    Se avesse detto di non pagarlo – ipotesi desiderata!- avrebbe rifiutato apertamente il potere romano, che certo non era tenero con i ribelli!
    La trappola è dunque perfetta : o la Sua eliminazione morale davanti a tutti, o la Sua eliminazione fisica da parte dei romani.
    La risposta di Gesù, in apparenza, soddisfa tutti.
    I romani non potevano obiettare nulla , perché dice : “date a Cesare quel che è di Cesare”. I loro nemici neppure, perché aggiunge . “Date a Dio ciò che è di Dio”.
    Infatti se è di Dio, che cosa resta da dare a Cesare, se non il rifiuto alle sue pretese di essere padrone del mondo?.
    In realtà, Gesù scontenta tutti.
    Il Suo Regno è in questo mondo, ma non di questo mondo.
    La regalità di Cesare è inscritta sulla moneta, strumento sovrano di dominio; la Sua è inscritta sulla Croce, strumento di supplizio per lo schiavo.
    Se il mondo cerca l'avere, il potere, l'apparire, il suo Signore ama la povertà, il servizio e l'umiltà.
    Qui è il criterio di discernimento tra i due regni . “I re delle nazioni le governano e quelli che hanno il potere su di esse, si fan chiamare benefattori. Per voi però non sia così, ma chi è il più grande fra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve....Io sto in mezzo a voi come Colui che serve (22,24 s).
    Regno di Dio e regno di Cesare : sono due grandezze non omogenee,anche se in relazione strettissima. La posizione di Gesù, scomoda a tutti, è profetica , chiama a convertirsi alla via di Dio, che va esattamente in senso contrario a quella di ogni uomo.
    Il cristiano ama il mondo, per questo si oppone ai criteri “mondani”che lo distruggono. Ama il malvagio come fratello, e per questo resiste al male che gli nuoce. Quando detesta il malvagio,è perché ancora ama il male.
    Obbedisce all'autorità quando questa è al servizio di Dio per la condanna di chi opera il male. Disobbedisce quando essa gli chiede qualcosa contro la solidarietà e la fraternità. Non collabora contro la dignità dell'uomo.
    Egli si prende a caro prezzo la sua libertà di cercare il Regno del Padre che è la fraternità tra tutti i Suoi figli.
    Il Signore, con la Sua risposta, ci chiama a vedere cosa vogliamo nella nostra vita . arricchire davanti a Dio o davanti agli uomini, servire Dio o mammona.
    “Non sapete che amare il mondo è odiare Dio?”(Gc 4,4).
    Qui sta la decisione per la vita o per la morte, che salva il mondo o lo conferma nella sua perdizione. A questo livello si pone la scelta di campo : o Dio o Cesare, o il Regno o il mondo.
    Questo brano ci fa chiedere a Dio di dare a Lui ciò che è Suo , cioè noi stessi.
    In Lui ritroviamo la nostra verità di figli, da vivere correttamente con i fratelli.
    “E se tu non vuoi essere debitore di Cesare, cerca di non possedere ciò che appartiene al mondo.Se non vuoi aver niente da dare al re della terra, abbandona tutti i tuoi beni e segui Cristo” (S. Ambrogio – commento a Luca).








    t

















    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48