martedì 10 dicembre 2019

"RECATOSI DA PILATO, CHIESE IL CORPO DI GESU'" Lc 23,50-56


 

4 commenti:

  1. LUCA 23
    50 C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta.
    51 Non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri.
    Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio.
    52 Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù.
    53 Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto.
    54 Era il giorno della parascève e già splendevano le luci del sabato.
    55 Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù,
    56 poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento.

    RispondiElimina
  2. Al centro di questa contemplazione sta il sepolcro di Gesù che
    rappresenta certamente il più grande mistero del Vangelo. Perché,
    fin che è vissuto, ha fatto cose così belle e straordinarie, ma
    nessuno di noi può essere come lui. Così come è morto, come si può
    morire così? Noi giustamente – dice uno dei malfattori – moriamo,
    ma lui perché è qui?
    Ma dopo morto, diventa come tutti gli sconfitti dalla vita.
    Eppure, proprio in questo essere dopo morto uguale a tutti, si
    compie il mistero della incarnazione: è uguale a tutti.
    L’opera di Dio prima è incominciata con la creazione, ma poi
    gli è andata subito male; infatti verso mezzogiorno del sesto giorno
    della creazione, ha chiesto: Adamo dove sei? Mi sono nascosto
    perché ho avuto paura!
    Tutta la Bibbia è la storia dell’uomo che si nasconde da Dio -
    anche tutta la storia - che fugge da Dio, cioè dalla vita e dall’amore,
    e dove finisce?
    Ed è, contemporaneamente, la Bibbia, tutta la storia di Dio
    che cerca l’uomo. Finalmente nel sepolcro incontra tutti.
    Tutti gli uomini si dividono in due categorie: i già morti, e
    quelli non ancora morti. C’è qualcuno che non morirà…. Cristo è
    morto. Perché l’uomo - la parola homo = humus - viene dalla terra e
    torna alla terra. E l’uomo è l’unico animale cosciente della morte; se
    non è cosciente di questo è un incosciente, è in delirio e può fare
    tutto il male che vuole. E la coscienza della morte però è il motore
    del male, perché se lo rimuovi, è un motore finito; se sei terrorizzato
    è uguale.
    E allora questa sera entriamo nel mistero più profondo che è
    quello del sepolcro. Come il Verbo creatore di Dio è entrato nelle
    tenebre e ha dato vita al mondo, ora il Verbo fatto carne entra nella
    madre terra e la feconda di vita; ormai in ogni sepolcro, in ogni
    essere morto si compie il grande mistero dell’incontro con Dio che
    Vangelo di Luca
    p. Guido Bertagna e p. Silvano Fausti
    Trascrizione non rivista dagli autori 5
    è già lì, che è il Signore della vita. Per cui la contemplazione prima
    della morte, che ci fa vedere il suo amore e poi del sepolcro che ci fa
    vedere dove sta colui che mi ha amato, può liberare finalmente la
    mia vita dall’angoscia e dalla paura della morte, perché ho la
    coscienza che là dove temo la fine di tutto, sta invece colui che mi
    ha amato e ha dato se stesso per me. Questo è l’incontro con lo
    Sposo.

    RispondiElimina
  3. Al centro di questa contemplazione sta il sepolcro di Gesù che rappresenta certamente il più grande mistero del Vangelo. Perché, fin che è vissuto, ha fatto cose così belle e straordinarie, ma nessuno di noi può essere come lui. Così come è morto, come si può morire così? Noi giustamente – dice uno dei malfattori – moriamo, ma lui perché è qui?
    Ma dopo morto, diventa come tutti gli sconfitti dalla vita. Eppure, proprio in questo essere dopo morto uguale a tutti, si compie il mistero della incarnazione: è uguale a tutti.
    L’opera di Dio prima è incominciata con la creazione, ma poi gli è andata subito male; infatti verso mezzogiorno del sesto giorno della creazione, ha chiesto: Adamo dove sei? Mi sono nascosto perché ho avuto paura!
    Tutta la Bibbia è la storia dell’uomo che si nasconde da Dio - anche tutta la storia - che fugge da Dio, cioè dalla vita e dall’amore, e dove finisce? Ed è, contemporaneamente, la Bibbia, tutta la storia di Dio che cerca l’uomo.
    Finalmente nel sepolcro incontra tutti. Tutti gli uomini si dividono in due categorie: i già morti, e quelli non ancora morti. C’è qualcuno che non morirà…. Cristo è morto
    Come il Verbo creatore di Dio è entrato nelle tenebre e ha dato vita al mondo, ora il Verbo fatto carne entra nella madre terra e la feconda di vita; ormai in ogni sepolcro, in ogni essere morto si compie il grande mistero dell’incontro con Dio che è già lì, che è il Signore della vita. Per cui la contemplazione prima della morte, che ci fa vedere il suo amore e poi del sepolcro che ci fa vedere dove sta colui che mi ha amato, può liberare finalmente la mia vita dall’angoscia e dalla paura della morte, perché ho la coscienza che là dove temo la fine di tutto, sta invece colui che mi ha amato e ha dato se stesso per me. Questo è l’incontro con lo Sposo.
    Entriamo allora in contemplazione del testo che ci presenta le donne che guardano la Croce e sarà la prima contemplazione che proponiamo e anche di farla costantemente, perché tutto il Vangelo serve per contemplare la Croce.
    Poi vedremo che cosa fa Giuseppe d’Arimatea con Gesù, perché è il dono di chi vede questa Croce. Avere questo corpo tra le mani. E poi contemplare il sepolcro che è il mistero più grande, lì dove hanno messo Gesù.
    Dio che si mostra sulla Croce così com’è e ci sono i conoscenti e, tra i conoscenti, isola delle donne delle quali parlerà ancora con la sepoltura e poi dirà il nome il mattino della resurrezione. Queste donne rappresentano la comunità cristiana
    E lo seguivano insieme dalla Galilea. Cioè hanno continuato a seguirlo. Il seguire è il tema fondamentale del Vangelo, poi verrà fuori nella seconda parte.. erano venute con lui, gli fanno compagnia, come lui sta con noi, loro stanno con lui. Ci sarebbero molte cose da dire, ma la più importante è mettersi nella condizione di queste donne e sostare. (GESUITI)

    RispondiElimina
  4. --->Cammino con il Signore. È un con-camminare, si potrebbe dire.e la contemplazione è una questione di cuore e l’occhio va dove va il cuore e si guarda ciò che si ama e si ama chi ci ama, per cui guardando la croce vediamo chi ci ha amato e come ci ha amato e allora possiamo guardare e l’occhio può e deve stare lì e allora diventa davvero una comunione sempre più profonda; lasci entrare l’altro com’è, e tu esci da te.
    Betlemme : là, il corpo di Gesù è fasciato ed è deposto là nella mangiatoia; qui, come il seme deposto sotto terra, è posto nelle fauci della morte che mangia tutti; ma ormai in ciò che ci mangia tutti c’è dentro la potenza vitale di Dio. Le parole, suggeriscono quella esperienza che ha fatto Maria nel contemplare il corpo di Gesù che sapeva essere Dio, quella carne fragile che sta nelle sue mani. Ora lui vede questo corpo, lo lava lo avvolge – sono cure materne – vede tutte le ferite, vede tutta la storia di quel corpo. È la vera contemplazione di queste ferite: perché tutto questo? perché quest’altra? È per te tutto questo, sono stati i miei fratelli. E poi questa conoscenza “manuale” di Dio, come l’ha avuta Maria, il corpo del Figlio dell’uomo consegnato nelle nostre mani, il corpo di Dio consegnato nelle nostre mani; e in questo corpo si esprime Dio che si consegna totalmente a noi nella sua passione per noi; lì si risolve tutto il nostro male, lì c’è tutto il nostro male e c’è tutto il suo amore che si consegna, un amore più forte della morte.
    E Gesù che cosa fa? Va a recuperare tutti i perduti e chi incontra nel sepolcro? Incontra Giuda al quale aveva chiesto poche ore prima: Amico cosa fai qui? E dirà a Giuda: Sono qui per te e per tutti gli altri, per tutti da Adamo in giù, giusti o peccatori non importa, io sono venuto per salvare i peccatori, non i giusti. È il grande mistero di Dio che entra in tutti gli abissi, in tutto ciò che noi temiamo e porta lì ciò che lui è: amore e misericordia infinita, perchè lui ama tutte le sue creature. Lui non ha creato la morte; la morte è entrata per invidia del diavolo e per stupidità degli uomini, ma l’uomo non è fatto per la morte. Lui ha dato la vita per tutti i peccatori, non perché sono buoni, ma perché sono peccatori, ne abbiamo bisogno.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48