martedì 10 dicembre 2019

"FU TENEBRA SU TUTTA LA TERRA FINO ALLE TRE. IL VELO DEL TEMPIO SI SQUARCIO' " Lc 23,44-49


 

3 commenti:

  1. LUCA 23
    44 Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio.
    45 Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. 46 Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.
    47 Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest'uomo era giusto». 48 Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto.
    49 Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti.

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  2. (da Gesuiti)Ecco siamo all’ora sesta che è l’ora di mezzogiorno, nel fulgore pieno del sole. Il sole diventa tenebra. Secondo la tradizione, era l’ora del peccato di Adamo che si era nascosto da Dio. Nascondersi da Dio, che è luce e amore, è cadere nella tenebra.
    Peccato è staccare la creazione dal Creatore e farla ritornare al nulla. Le tenebre originarie ricoprono la terra, il sole scompare, finisce il tempo.
    È la fine del mondo; sulla croce è già finito il mondo del male e del peccato.
    Quando si parla della fine del mondo, per Vangeli è già tutta avvenuta sulla croce.
    Il mondo è già finito; e lì inizia il mondo nuovo: si squarciò il velo del santuario. Il velo del santuario nascondeva il Santo dei santi, Dio, la presenza di Dio.
    Si squarcia e Dio appare sulla terra. È una scena di nascita. E c’è questo grido a gran voce del Figlio, che è il grido della nascita; e nasce come figlio perché la sua morte è la nascita definitiva: Padre, nelle tue mani affido il mio spirito. Da Te vengo, a Te torno.
    E spirò: e la vita è inspirare ed espirare.
    Noi scoppiamo perché vogliamo sempre inspirare, inspirare; e quindi viviamo nell’affanno e poi scoppiamo, perché vogliamo sommare la vita. La vita ce l’hai, invece, se la ricevi e la dai. Ed è il fluire della vita e la vita è l’amore, non il trattenerla.
    Come il fiato, non lo puoi trattenere.
    Invece è il respiro vitale, comincia la respirazione, è lo spirito dell’amore.
    E la stessa morte, ormai sdrammatizzata, è il ritorno al Padre, è la nascita.
    E tra l’altro, in questa scena c’è la nascita di Dio sulla terra.
    Per la prima volta vediamo Dio faccia a faccia; si rompe il velo, si rivela Dio senza veli.
    Nella nudità della croce vedi Dio; quell’uomo lì è Dio. Uno non è ciò che ha, ma ciò che dà.
    E Dio è tutto perché dà tutto e quel corpo ha dato tutto: è il mio corpo dato per voi.
    E il corpo di Gesù è la rivelazione unica e totale di Dio; ed è bello che sia umano, di carne.
    Di Dio non è che abbiamo ipotesi, è la carne di Gesù la realtà di Dio, che rivela Dio, non la nostra ipotesi, tanto meno quell’apologetica.
    Ed è la carne del Crocifisso che rivela Dio: in Lui abita corporalmente la pienezza della divinità; tutti i tesori della sapienza e della scienza; ciò che occhio umano mai vide; Dio che si dona totalmente a noi.
    Ed è una scena di nascita e anche nuziale - adesso non sto lì a designare tutti i testi ai quali alludono. E comunque è bella questa strana citazione della morte che iniziava con la parola Padre, perdona; ora: Padre, ritorno.
    E allora puoi vivere finalmente e respirare perché sai che la vita viene dal Padre e torni al Padre; in mezzo c’è la solidarietà coi fratelli, con i piccoli servizi negativi che ti fanno, ma state tranquilli, a noi non capitano perché noi siamo i malfattori.
    A noi capita solo di avere Lui che sta lì con noi e che ci dà il suo Regno, e il suo perdono, e le sue vesti.
    Solo occorre avere il minimo di buon senso di capire che siamo malfattori; a tutti i costi cerco di salvare me stesso, faccio il male e mi accorgo dopo di averlo fatto, almeno vedendo gli altri, se no neanche mi accorgerei.

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  3. -->Eppure mi insegna un altro stile di vita, che è molto diversa, molto bella.
    E qui si vede chi è Dio e allora vedi cos’è anche la vita nuova che si apre qui e che vedremo poi nei brani successivi, quando Gesù spiegherà agli apostoli, che erano sommamente delusi che Lui ci avesse salvato così.
    E quello che per noi è il problema - che Lui ci abbia salvato così -, per Lui è la soluzione: ci ha salvati così, grazie a Dio, perché se ci avesse salvati con i nostri criteri, avrebbe aumentato il male. Visto l’avvenimento, il centurione - che è quello che l’ha ammazzato - glorificava Dio dicendo (ed era pagano): Davvero quest’uomo era giusto.
    Mentre negli altri Vangeli dice era Figlio di Dio, ora che era Figlio di Dio lo dice già il malfattore; poi il Vangelo di Luca non vuole dire che Gesù è Dio, perché lo si sa già dall’inizio
    . Vuol dire semplicemente come noi possiamo vivere da figli di Dio, e lo si sa dall’inizio. E vuol dire che questo era giusto.
    Perché i cristiani di Luca hanno un problema: che non facevano nulla di male ed erano perseguitati. Come mai ci tocca, se siamo giusti, dover pagare per gli ingiusti? Tranquilli! Siete come il vostro Signore. Compite quello che ancora manca alla Passione di Cristo per la salvezza del mondo (cf Col 1,24). Siete miei testimoni che vivono l’amore fino dentro la morte, con un amore più forte della morte. Allora tocca capire che hanno già la vita eterna ora. E sarà poi ciò che svilupperà negli Atti.
    Dice: Non piegatele ginocchia davanti al male; state tranquilli, lo vincete così. Ha vinto così anche Lui. Ci sarà l’esempio di Stefano che muore vedendo la gloria, perché Gesù è morto per i malfattori che siamo noi; ma noi malfattori moriamo con Lui, con la gloria, con la visione, con la gioia, non coi malfattori.
    E poi termina con le folle che vedono tutte insieme questa theoria (è l’unica volta che esce questa parola che vuol dire spettacolo, ma anche visione di Dio). Qui vediamo Dio faccia a faccia; è l’unica theoria cristiana la croce che non è mai capita abbastanza e va contemplata. E le folle presenti insieme - e noi siamo tra queste folle - contemplati gli avvenimenti, si colpiscono il petto e dicono: Ho sbagliato. E ritornano … Mentre prima la vita era una fuga da Dio verso la morte, ora tutta la vita comincia ad essere un ritorno.
    Ho capito che la vita ha un altro senso, che posso vivere diversamente, posso vivere la vita nuova perché ho una nuova immagine di Dio, una nuova immagine di uomo, una nuova immagine di vita e di morte. So che ciò che vale è esattamente l’amore e la misericordia; so che vale la solidarietà e la fraternità; so che questa è già vita eterna, so che questo è Dio. E allora entro nella vita di Dio.

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"PACE A VOI ! " Lc 24, 35-48